Quaresima in famiglia

5 Aprile 2017

5 Aprile 2017

La radice della libertà

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Il commento

Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (8,31-32). La libertà appartiene ai beni essenziali. I Giudei si vantavano di essere liberi perché figli di Abramo (8,33), nel mondo greco solo i cittadini potevano essere considerati uomini liberi. Nelle parole di Gesù la libertà non è legata alle condizioni esteriori ma a quelle interiori. L’uomo è veramente libero nella misura in cui abita la casa della verità. Questo vocabolo [alētheia] non fa riferimento ad una dottrina ma ad una persona, come appare subito dopo: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (8,36). La libertà giunge a noi attraverso Gesù, chi accoglie la sua Parola, chi fa della sua Parola la sua abituale dimora, entra in un orizzonte radicalmente nuovo: viene liberato dalle catene dell’io, dall’ansietà, dalla paura della morte, dal peccato … tutte cose che ci rendono schiavi senza che ce ne accorgiamo. L’amicizia con Cristo, invece, diceva Benedetto XVI, “ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità”.

Il nostro tempo è dominato dalla cultura del relativismo che offusca la verità delle cose. E tuttavia, la Chiesa non deve limitarsi a difendere e proporre un’astratta dottrina, incapace di dare salvezza. Essa ha il compito di annunciare e testimoniare che solo in Cristo l’uomo trova la verità piena di se stesso. Solo in Lui, infatti, veniamo liberati dalla schiavitù del peccato e possiamo scoprire e realizzare tutto il bene possibile, tutto ciò che manifesta e accresce la dignità della persona. Per questo la vera libertà consiste nel camminare nella carità, come diceva Sant’Agostino in quella splendida formula, che purtroppo tante volte viene equivocata: “Ama e fa’ ciò che vuoi” (Commento alla prima lettera di Giovanni, VII, 8). L’amore di cui il santo vescovo parla non si misura con i gusti soggettivi (che chiudono l’uomo in se stesso) ma con la testimonianza offerta da Gesù che è rimasto fedele alla missione ricevuta dal Padre. Fino alla croce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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