Tempo di Pasqua in famiglia

16 Aprile 2017

16 Aprile 2017

Il primo giorno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Il commento

Il primo giorno della settimana” (Gv 20,1), comincia così il racconto pasquale di Giovanni. Siamo dinanzi al passaggio decisivo della storia che si presenta al tempo come compimento e principio. “Ecco il gran giorno di Dio, /splendente di santa luce: /nasce nel sangue di Cristo /l’aurora di un mondo nuovo” (Inno liturgico della Pasqua, Ufficio delle Letture). Se il mondo nuovo nasce “nel sangue di Cristo”, non possiamo pensare di rinnovare la faccia della terra senza pagare un prezzo. Il martirio accompagna tutti i secoli dell’avventura cristiana. Ed è presente anche oggi. C’è anche il martirio quotidiano di chi offre giorno per giorno la sua vita, la consuma per il Regno, senza risparmio. Senza misurare torti e ragioni. Senza pensare troppo a se stesso. In fondo è questo il segno visibile della Pasqua: la presenza di uomini e donne che s’impegnano a donare la propria vita per vestire di gioia la vicenda umana, abbattere la discordia e costruire spazi di sincera fraternità, per scrivere pagine di fede e di carità. In attesa che tutto si compia quando Cristo ritornerà nella gloria.

Abbiamo davvero celebrato la Pasqua? Abbiamo davvero accolto l’annuncio degli angeli? L’abbiamo accolto con la passione di chi ascolta una cosa impensabile o con l’abitudine di chi conosce già tutto? Siamo davvero convinti che la Pasqua, questa Pasqua, sia capace di generare in noi una vita nuova? La Pasqua è una parola antica e sempre nuova.  A nulla serve celebrare la Pasqua se non siamo disposti a cambiare quelle cose che non danno alla nostra vita il profumo del Vangelo. “Sigillata resta la tomba / immobile la pietra / se manca la carità / che tutto muove / anche i cuori / induriti dalla paura. Non basta più vedere, dobbiamo parlare per rendere ragione della nostra fede. Non possiamo più essere spettatori ma diventare protagonisti di una storia nuova. Oggi chiediamo la grazia di accogliere nuovamente questo annuncio come l’unica e vera novità capace di dare senso alla vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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