Tempo di Pasqua in famiglia

19 Aprile 2017

19 Aprile 2017

Tu ci sei necessario

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Il commento

Stolti e lenti di cuore [anoêtoi kai bradeîs tē kardíaa credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!” (24,25). Il racconto evangelico descrive sapientemente il cammino di fede che trova nell’incontro eucaristico il suo punto di arrivo e il suo permanente principio (24,31-33). L’evangelista pesa ogni parola per sottolineare i diversi passaggi che i discepoli sono chiamati a fare per vivere l’avventura della fede. Mi limito a richiamarne uno solo. All’inizio il Risorto si presenta come un compagno di viaggio. Ad un certo punto, dopo aver ascoltato la loro storia e la cronaca degli eventi, veste i panni del Maestro e dice ai discepoli che sono “stolti e lenti di cuore”. In pratica li rimprovera di non avere capito nulla ma proprio nulla. Sanno tutto ma … non hanno capito nulla. La traduzione ha usato i vocaboli più amabili. In realtà, Gesù li accusa di essere stolti, cioè senza intelligenza; e lenti a comprendere, potremmo anche dire stupidi.

Non è un passaggio marginale, un dettaglio insignificante. La parola di Gesù non è una carezza, ma uno schiaffo; non è un invito dolce e persuasivo, ma un ammonimento duro che può suonare anche come un’offesa. Il Vangelo di Emmaus è diverso da quello solito, il Maestro assume talvolta un volto severo. Gesù si avvicina e cammina con loro, entra nella loro vita, s’intrufola nei loro pensieri ma sa anche correggere con fermezza. La sua parola non ha lo scopo di alzare un muro, egli vuole piuttosto far comprendere ai discepoli dove e perché hanno sbagliato. La sua parola poteva segnare la conclusione di quell’incontro. E invece i discepoli accettano il rimprovero. Da quel momento, ascoltano con maggiore attenzione quello che il Maestro ha da dire. Inizia allora il cammino che poco dopo farà dire: “Resta con noi” (24,29). Signore Gesù, anche noi non abbiamo capito, siamo sempre in ritardo sull’agenda della storia, troviamo sempre mille scuse per rimandare. Donaci oggi di poter dire in tutta sincerità: non possiamo fare a meno di Te. Tu ci sei necessario. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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