Tempo di Pasqua in famiglia

15 Maggio 2017

15 Maggio 2017

Il luogo dove Dio si riposa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»

Il commento

Se uno mi ama, osserverà la mia parola” (14,23). In questo brano la dimensione mistica e quella etica s’intrecciano come due aspetti complementari dell’unica esperienza di fede: il Vangelo invita ad accogliere con amore Colui che Dio ha inviato. In questi versetti il verbo amare ritorna sette volte! L’amore indica lo slancio del cuore, è un’esperienza che coinvolge tutta la persona, fa pensare ad una relazione affettiva e totalizzante. L’amore non resta un vago sentimento ma si traduce nell’accoglienza e nell’osservanza più rigorosa della Parola. Accogliere Gesù e osservare i suoi comandamenti sono la stessa cosa. L’amore apre l’io umano al Tu divino. Nella misura in cui accoglie Gesù, Parola del Padre, l’uomo s’immerge in Dio. l’incontro con Gesù è il passaggio decisivo di un’esperienza di fede che ci fa gustare in tutta la sua pienezza l’amore del Padre: “il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (14,23). Tutto questo avviene nella luce dello Spirito. La nostra vita, la nostra povera e fragile esistenza, diviene dimora della Trinità. L’uomo diviene la “cattedrale di Dio”, diceva Giorgio La Pira. “Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo”, canta il salmista (Sal 132,8). Egli pensa a Gerusalemme, la città santa. Ma noi possiamo andare oltre quel riferimento storico e scorgere in quelle parole un annuncio profetico. Il luogo dove Dio vuole trovare riposo è l’uomo stesso. Un cuore redento e purificato diviene la dimora di Dio. Se permettiamo allo Spirito Santo di consumare in noi tutto ciò che non viene da Dio e non conduce a Lui, sperimentiamo la verità di questa promessa, come tanti mistici hanno testimoniato Non possiamo che restare commossi e stupiti dinanzi ad un dono così grande.

Ti ringraziamo, Padre. La tua Parola oggi ci invita ad accogliere con amore la Parola di Gesù per unirci sempre più a Lui. Insegnaci a entrare sempre più intimamente in questo mistero per diventare una fiaccola che mostra a tutti la strada che conduce a Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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