Tempo di Pasqua in famiglia

16 Maggio 2017

16 Maggio 2017

Dona nobis pacem

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,27-31)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Il commento

Vi lascio la pace, vi do la mia pace(14,27). Gesù non si limita ad augurare la pace, Lui è venuto proprio per donare la pace. E difatti le prime parole del Risorto contengono un annuncio che è al tempo stesso un dono: “Pace a voi” (20,19). L’aggettivo possessivo sottolinea che la pace che scaturisce dalla Pasqua è ben diversa da quella che il mondo cerca o è capace di dare (14,28). La sua pace comunica pienezza di vita, fa risplendere la vita in tutta la sua bellezza e dona la capacità di affrontare le sfide della storia e diventare attivamente protagonista della nuova creazione. La pace di Dio non c’immerge in un mondo fatto di illusioni. Queste parole, infatti, sono la premessa e la cornice di un quadro che presenta tratti sempre più drammatici, una vicenda in cui il maligno ricompare sulla scena in tutta la sua forza. Gesù non chiude gli occhi sul male e invita i discepoli a guardare la storia con realismo: “Viene il principe di questo mondo” (14,30). Il Maestro non solo mette in guardia i discepoli ma li invita ad essere ancora più vigilanti per non lasciarsi sorprendere dal male. L’annuncio di questa presenza oscura è accompagnato da un’altra affermazione, ben più importante: “contro di me non può nulla”. E non può nulla neppure contro i discepoli di Gesù, a condizione ovviamente di restare uniti a Lui. La pace di Dio è una grazia tutta interiore che fortifica il cuore e dona la forza di lottare con fiducia, sapendo di poter contare sull’amore di un Dio che accompagna e orienta i passi della storia. Chi accoglie la pace di Dio non cade nella paura e nell’inquietudine che purtroppo imprigiona tante persone e impedisce loro di fare il bene.

In ogni celebrazione eucaristica risuonano le parole di Gesù: “La pace del Signore sia con tutti voi”, dice il celebrante. E subito dopo aggiunge: “Datevi un segno di pace”. Non è il momento per dare gli auguri. La liturgia ci invita ad accogliere e donare quella pace che viene da Dio. Comunicare la pace ad un fratello significa dirgli: “Resta nel Signore e non temere, il suo amore è più forte del male”. Dona nobis pacem. Domine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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