Corona del Rosario

“Quel giorno le chiesi di regalarmi la sua corona del Rosario”

Rosario

di Elisabetta Cafaro

Niente passa inosservato agli occhi dei giovani. Ogni gesto può essere fondamentale nella loro formazione. A scrivere oggi è Antonella, una ex alunna di Elisabetta Cafaro: “Ciao prof si ricorda di me? Sono la ragazza a cui tanti anni fa ha regalato la sua corona del Rosario. Era la prima che stringevo tra le mani nella mia vita e ancora oggi che mi sono laureata e lavoro, la porto sempre con me”.

Sono passati un bel po’ di anni da quell’otto maggio quando con i miei ragazzi mi recai nella chiesa più vicina al mio istituto per la Supplica alla Madonna di Pompei. Con gli alunni che accompagnavo, quell’anno c’era anche Antonella. Aveva solo 17 anni, era un tipino tutto pepe e, come molti giovani, non pregava quasi mai. Oggi, dopo tanti anni, ricevo una sua lettera. Le parole che mi scrive mi riportano indietro nel tempo e, ancora una volta, mi accorgo che agli occhi dei giovani niente passa inosservato, nessun gesto, nessuna azione, nessuna parola buona o cattiva che sia. Ogni cosa può ferirli oppure edificarli per sempre.

“Ciao prof – mi scrive – si ricorda di me? Sono la ragazza a cui tanti anni fa ha regalato la sua corona del Rosario. Ci aveva accompagnati in chiesa per la supplica dell’otto maggio quella mattina. Ricordo la lezione con grande affetto. Prima di portarci lì ci parlò della preghiera. Ci disse che la preghiera deve abbracciare tutto quello che fa parte della nostra vita, anche quello di cui ci vergogniamo perché solo attraverso la preghiera demoliamo la barriera tra noi e Dio. All’epoca non ci credevo. In quel periodo della mia vita non credevo a niente. Ero un po’ cinica, disincantata, forse direi ancora di più, ero proprio sfiduciata. Pensavo che non c’era niente e nessuno di cui potersi fidare tra i banchi di scuola e nemmeno fuori. Non mi ero mai confrontata con Dio. Forse dentro di me sapevo che era una cosa troppo grande e lo evitavo, aggirandolo in ogni modo possibile. Quel giorno le chiesi di regalarmi la sua corona del Rosario. Lei accettò senza esitazioni. Forse non sa che quella era la prima corona che stringevo tra le mani nella mia vita. Ancora oggi che mi sono laureata e lavoro non la lascio mai, la porto sempre con me e quando mi sento stanca, malinconica, un po’ giù di corda insomma, prego come facemmo quel giorno in chiesa quando le chiesi di regalarmela.

Sono molti i ricordi della scuola che mi porto dietro, e tra questi c’è il suo sorriso cara prof, le parole con cui ha saputo incoraggiarmi ogni volta, i continui apprezzamenti per quello che scrivevo sul giornalino scolastico. Prof, sono questi momenti che cambiano le persone, forse non lo fanno subito, ma queste piccole cose cambiano il cuore, perché la scuola è soprattutto esperienza, incontro tra persone, socializzazione.

Oggi lavoro in ospedale. Sono un’infermiera. Stare accanto ai degenti non è sempre semplice, ma io vivo il mio lavoro come una missione. Bisogna essere forti, sorridere sempre anche quando vedo cose che non vorrei mai vedere. Alla fine della giornata, quando rientro a casa tutto quello che faccio è prendere quella corona e pregare. Nessun gioiello vale di più. Grazie per avermela regalata senza esitazioni”.




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22 risposte su ““Quel giorno le chiesi di regalarmi la sua corona del Rosario””

Ciao Antonella, io sono esattamente come eri tu a 17anni, questa lettera mi ha aiutato a capire molte cose, una cosa soprattutto, avere sempre fede! Anche io ho come professoressa la prof Cafaro, una persona bellissima,che è sempre presente.

Ciao Antonella.
Sono felice che anche tu, come me, hai trovato conforto nella preghiera. Pregare è come parlare con Dio, affidarci a Lui, chiedergli aiuto quando ne abbiamo bisogno e sentirci veramente in sintonia con la nostra fede, anche in classe facciamo la preghiera. La fede è l’amore di Dio presente nei nostri cuori. Ci fa credere nelle cose che non vediamo e ci fa stare bene interiormente. È bello sentirsi così in legame con Dio.

Ciao Antonella,le tue parole sono come esempio da seguire, ultimamente noi giovani ci affidiamo poco alla fede, pensiamo soltanto al “divertimento” senza pensare alle cose brutte che accadono e soprattutto pensando che la fede è per i più anziani. Io penso che se una persona non ha nemmeno un briciolo di fede non vale nulla.

Ciao Antonella, io leggendo queste tue parole ho capito che anche io ero nella tua stessa situazione, quindi ora non mi sento l’unica persona che dopo tanto tempo soltanto di recente si è avvicinata alla fede. Grazie!

Molte persone trovano conforto nella preghiera. Quando noi preghiamo parliamo con Dio: ci affidiamo a Lui quando abbiamo bisogno di aiuto e conforto.

Sono pienamente d’accordo. La fede può cambiare, il proprio modo vivere e di pensare. Noi ragazzi non siano abituati ad andare in chiesa e soprattutto a pregare.La tua lettera è di grande insegnamento per tutti noi.

Ciao Antonella,
anche noi come te, con l’aiuto della prof Cafaro, stiamo riuscendo pian piano ad avvicinarci al mondo di Dio.
Per noi, prima, pregare era una sorta di “costrizione”, un’azione a cui non davamo il giusto peso.
Adesso, avendo capito l’importanza di tutto ciò, ci risulta più facile e piacevole cercare di comunicare con Dio.
Anche se la maggior parte delle volte Dio non ci risponde, noi sappiamo che è con noi e che la preghiera non è mai una perdita di tempo.
Ringraziamo di cuore la prof Cafaro,una persona meravigliosa, per averci insegnato questo.
G&V

Penso che questo articolo comprende contenuti pieni di significato e soprattutto d capire il vero significato di Dio che ci protegge dall’alto con semplicissimi simboli. Avete sempre con se a una corona o qualcosa che sinboleggi Dio è come se fosse una protezione, abbiamo lui sempre vicino che ci protegge un qualsiasi caso.

ciao Antonella,ho 17 anni e, anch’io come te, ho la fortuna di avere come insegnante la prof Cafaro. Mi ritrovo molto nelle belle parole che hai usato nella lettera. La prof è una persona unica,con un cuore immenso, c’e’ sempre per tutti i suoi alunni.e ogni giorno con dei piccoli dettagli, segna in meglio la vita di molti suoi alunni, compresa la mia,così come ha fatto con la tua. Sono sbalordita dal fatto che il suo ricordo e il suo insegnamento sia ancora vivo in te, nelle piccole cose della vita quotidiana,non c’e’ cosa più bella.

Ciao Antonella mi ha colpito molto la tua lettera,io invece differentemente da te ho incontrato Gesù tramite un invito di mia cugina. Ero una ragazza che andavo soltanto a messa la domenica. Adesso invece si è voltata completamente la “mia persona” nel senso che se non vado a un incontro in parrocchia o a messa la domenica mi sento in colpa,mi sento come se avessi preso in giro a qualcuno o addirittura picchiato. Questa è la cosa più bella che ci sia,me lo dice sempre il mio parroco, “riempirsi” della parola di Dio,la metafora più bella è che noi siamo degli agnellini e Gesù,come un pastore ci aiuta a farci diventare delle pecore,per formare un caloroso gregge. Antonella da quello che ho capito dopo diversi anni passati in choesa è che la preghiera è la nostra salvezza.

Cara Antonella, oggi durante l’ora di religione ho letto la tua lettera alla mia classe e devo dire che mi ha colpito molto, soprattutto le tue parole. Antonella, io ho sempre creduto alla fede ma in questo periodo della mia vita sento che è come se io e la fede ci stessimo allontanando per colpa mia, per colpa di un tragico evento accaduto 14 anni fa. Con la tua lettera spero di riavvicinarmi alla fede, che anche se non mi ha mai abbandonato, l’ho allontanata. Grazie per avermi aperto gli occhi con la tua lettera Antonella.
Angela

Ciao io credo che tu non debba sentirti in colpa se da piccola non credevi mokto nella fede perché é proprio la fede ad entrarti dentro non c’è un tempo indicato quando é il momento bisogna solo darle il giusto spazio farla entrare darti indicare la giusta strada proprio come hai fatto tu spero tu possa conservarla per la vita un bacio auguri

Antonella, ho letto la tua lettera e devo dire che mi ha sorpresa tantissimo.. non mi aspettavo che un semplice gesto fatto davvero con il cuore avrebbe potuto contare così tanto. Posso dire di ritrovarmi tanto con le tue parole in particolare rivedo me stessa nella te diciassettenne e spero davvero tanto che capiti anche a me di avvicinarmi alla fede ancora di più di quanto lo sia adesso. Questo è il mio ultimo anno con la prof Cafaro e posso dire con tutto il mio cuore che è una persona speciale, sempre pronta a dare tanti buoni insegnamenti.

Penso che in questo articolo ci sia molto di suo, molto di vero e sincero…e posso solamente dire che è stupefacente come la preghiera e la religione possa cambiare così tanto una persona, anzi…una personalità, una vita.
È davvero bello e speciale se ci si pensa…perché affidarsi alla Corona, alla preghiera, è un gesto d’amore verso un qualcosa di molto grande…e auguro a questa giovane donna di andare avanti e vivere in pace ed amare, apprezzare ciò che ha…e di rifugiarsi nella preghiera, avvolgere la Corona alle dita e sentirsi abbracciata da tutto ciò che la circonda.
Un abbraccio.

Ciao Antonella, ho letto la tua lettera in compagnia della nostra cara Prof, e devo dirti che mi ha colpito veramente tanto, è un messaggio pieno di significato e dal quale molte persone potrebbero apprendere.
Un caloroso abbraccio, da un’altra alunna della prof che come te, insieme a lei ha scoperto il Meraviglioso Mondo di DIO

Questa lettera è di grande insegnamento, noi giovani non siamo più abituati a pregare e ad andare in chiesa.
ed è vero che la fede puó cambiare il proprio modo di vivere,sempre in modo positivo e con l’aiuto della persona giusta questo cammino sarà piu semplice, un pò come la prof per te:-)

Credere nella preghiera equivale a credere e aver fede più hai fede e più sarai vicino a Dio.E Dio sarà lì ad ascoltare ed ad aiutarti Sempre. Come un vero Amico.

Ciao Antonella
Noi siamo ragazze ancora nell’età adolescenziale e come te pian piano con la professoressa Elisabetta Cafaro stiamo cercando di entrare nel mondo di Dio perché tutto quello che ci insegna può diventare qualcosa de nostro futuro.

Cara Antonella,anch’io oggi sono un alunna della prof Cafaro,e posso dire che è una persona davvero speciale,disponibile e sempre con noi alunni. Questa tua lettera mi ha colpito molto in quantoi ritrovo con la tua stessa età di allora. Anche noi grazie alla prof,ci stiamo avvicinando mano mano a Dio. Portare con se una corona o comunque altro che simboleggi Dio è segno di protezione,è come se avessimo Dio sempre con noi.

Cara Antonella,
la tua storia ci ha affascinato molto,e davvero stupendo sapere come un semplice oggetto può significare molto.É stupendo anche ciò che fai in ospedale,e pensiamo che il tuo gesto sia una grande opera d’Amore,spinta dalla forza del Rosario.A volte anche solo stringere un oggetto a te caro può darti la forza di affrontare ogni ostacolo,anche quello più difficile da superare o anche può farti sentire protetto in.momenti difficili che pensi di non aver nessuno al tuo fianco.Ti auguriamo di continuare la tua esperienza in ospedale,ti abbraccio forte.

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