Tempo di Pasqua in famiglia

30 Maggio 2017

30 Maggio 2017

L’agenda di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17,1-11)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Il commento

Padre, è venuta l’ora” (17,1). I discorsi di addio si concludono con una preghiera. Dopo aver svelato ai discepoli le verità fondamentali della Rivelazione, Gesù si rivolge al Padre e gli consegna la missione che egli ha fedelmente compiuto. La preghiera inizia con un’espressione che definisce assai bene la cornice teologica: “è venuta l’ora”, l’ora decisiva della manifestazione salvifica, l’ora in cui Dio porta a compimento la sua opera. Questo termine accompagna tutta la narrazione di Giovanni, a partire dall’episodio di Cana di Galilea quando Gesù ricorda alla Madre che la sua ora non è ancora giunta (2,4). Più di una volta, durante il suo ministero, l’evangelista sottolinea che l’ora non è ancora venuta (7,30; 8,20 …). Ma tutto sta per compiersi. Gesù affronta la passione con la lucida consapevolezza che quest’ora drammatica della storia appartiene al disegno del Padre. A Lui Gesù si rivolge: la preghiera non solo conferma la sua piena disponibilità ad obbedire ma svela l’esistenza di un dialogo misterioso tra il Rabbi della Galilea e il Dio che abita i Cieli. Gesù non traccia una mappa della sua vita ma segue fedelmente quella disegnata dal Padre. Non è Lui a scegliere l’ora ma lascia al Padre la libertà di individuare i tempi e le modalità. Dinanzi a quest’ora oscura anche Gesù sente tutta la fatica: “l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!” (Gv 12,27). L’umana paura lascia il posto alla gioia di obbedire.

Se impariamo a vivere, come Gesù, con lo sguardo rivolto al Padre, sarà più facile riconoscere il kairòs, cioè il tempo in cui Dio ci chiede di intervenire. Vale la pena annotare che l’ora di Dio non sempre coincide con quella che noi abbiamo scritto nel nostro personale programma di vita. I discepoli sono chiamati a definire il proprio calendario di impegni e responsabilità a partire dall’agenda di Dio. Oggi chiediamo la grazia di acquisire una maggiore docilità interiore per imparare e vivere ogni scelta nella luce del Regno, pronti a cambiare i nostri progetti, se necessario. Anche quelli più cari.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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