Tempo di Pasqua in famiglia

04 Giugno 2017

4 Giugno 2017

Generata dall’alto

di don Silvio Longobardi

Dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11)
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Il commento

Venne all’improvviso dal cielo  un fragore, quasi un vento …” (2,2). La festa di Pentecoste annuncia una verità semplice e così scontata da essere… trascurata, ci ricorda che la Chiesa non è una comunità che nasce da un accordo umano ma viene generata dall’alto. La Chiesa è opera di Dio ed è la premessa di tutta l’opera della salvezza. “E con la Pentecoste che … la Chiesa cominciò a vivere, ad agire, ad avere coscienza di sé, a sentirsi animata da un energia profetica, soprannaturale, tutta speciale, nuova e incoercibile, cioè dallo Spirito Santo” (Paolo VI, 5 giugno 1974). Se è nata dall’alto, la Chiesa può rispondere alla sua vocazione nella misura in cui si lascia sempre nuovamente rigenerare dall’alto. Per questo dobbiamo restare aggrappati alla preghiera, cercare la preghiera come l’affamato desidera il pane. Abbiamo bisogno di una Chiesa povera che sperimenta la sua debolezza e perfino la sua impotenza di fronte a un potere mondano che appare sempre più prepotente. Una Chiesa che non affronta la battaglia con le proprie forze ma con quella grazia che solo Dio può dare. Una Chiesa che non teme di stare nel deserto, perché sa che solo nel deserto può incontrare Dio; ma non teme neppure di andare nel mondo perché sa che solo nel mondo può trovare l’uomo. Una Chiesa che non fabbrica parole umane ma attende, accoglie e annuncia la Parola di Dio. Una Chiesa che non riduce la fede all’amore del prossimo perché sa che può amare il prossimo solo chi prima sperimenta di essere amato da Dio. Una Chiesa che riconosce e accoglie con umiltà i doni dello Spirito perché in essi trova la forza per compiere fedelmente la sua missione.

“Non si va con frutto a predicare in piazza, senza passare prima per il Cenacolo ed essere rivestiti di potenza dall’alto” (R. Cantalamessa). Oggi chiediamo la grazia di restare spiritualmente nel Cenacolo, con Maria e gli apostoli, per accogliere lo Spirito e diventare così annunciatori e testimoni delle meraviglie che Dio ha compiuto e vuole compiere nella storia dell’umanità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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