12 Giugno 2017

12 Giugno 2017

La sorgente limpida

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

Il commento

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (5,8). Le beatitudini rappresentano una solenne introduzione al discorso della montagna, il primo e più importante dei cinque discorsi che strutturano il primo Vangelo. In queste parole introduttive è racchiuso il cuore della proposta nuova e originale che Gesù affida ai suo discepoli. A noi che, duemila anni dopo, leggiamo con stupore quelle parole antiche. Ogni parola è densa di significato. Oggi vi propongo di meditare quella che invita a purificare il cuore, centro e sorgente della vita spirituale. Nella mentalità biblica il cuore non è solo la sede dei sentimenti ma il nucleo originario che vivifica la vita dell’uomo in ogni suo ambito: emozionale, affettivo e intellettuale. Se la sorgente è limpida, tutta la vita sarà avvolta dalla luce. Occorre però dire che la purezza di cui parla il Vangelo non è il punto di partenza ma quello di arrivo. Siamo e diventiamo puri nella misura in cui ci lasciamo purificare. La proposta evangelica appare lontana dal nostro vivere quotidiano, una meta irraggiungibile per chi vive immerso in una vita tumultuosa e piena di contraddizioni.

Niente è impossibile a Dio” (Lc 1,37). È veramente puro un cuore abitato da Dio (Gen 3,8). Vivere questa beatitudine significa accogliere Gesù come l’Unico Maestro e Signore, compiere tutto a partire da Lui e con Lui. Non fare nulla senza Dio, non assumere impegni se non sono benedetti da Lui. Portare tutto a Dio, consegnare a Lui ogni sorriso che abbiamo raccolto, mettere nelle sue mani anche le lacune. Quanto più restiamo uniti a Dio tanto più riceviamo uno sguardo nuovo e un nuovo modo di vivere la relazione con persone e cose. Teresa di Lisieux invita la sorella Celina a nascondersi “sotto l’ombra del mantello verginale” di Maria “perché lei ti verginizzi”. E commentando la promessa di Gesù, scrive: “Sì, lo vedranno anche sulla terra, dove niente è puro, ma dove tutte le creature diventano limpide quando sono guardate attraverso il Volto del più bello e del più bianco dei Gigli!…” (LT 105, 10 maggio 1890).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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