05 luglio 2017

5 Luglio 2017

Con il male non si dialoga

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8, 28-34)
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

Il commento

Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto a tormentarci?” (8,29). Non appena sbarca in una terra straniera Gesù s’incontra con due indemoniati, segno di quel male oscuro che attraversa e inquina la storia dell’umanità. Il Vangelo li descrivi come “furiosi”, cioè pieni di rabbia e di violenza. Facevano paura a tutti. Sono gli indemoniati che si avvicinano a Gesù, come se lo conoscessero. E subito … lo accusano: “Sei venuto a tormentarci?”. Chi fa il male, allo scopo di difendere e giustificare se stesso, è costretto ad accusare l’altro. Chi vive nella prigione del male vede tutti gli altri come nemici. La denuncia appare del tutto ingiustificata. In fondo Gesù non ha ancora fatto o detto nulla. Lo accusano solo perché è lì. Hanno già compreso che non possono scendere a patti con Lui. Tra di loro non c’è alcuna possibilità di dialogo, né c’è spazio per quei compromessi che piacciono così tanto agli uomini di oggi.

Sei venuto a tormentarci?”: queste parole fanno pensare a quelle accuse che il potere mondano continuamente rivolge alla Chiesa. I cristiani sono in prima fila nelle opere di carità, intervengono con ogni mezzo per il bene dell’umanità. Eppure vengono spesso accusati di essere invadenti e di voler imporre il proprio pensiero. La Chiesa dà fastidio, soprattutto quando denuncia il male e le cause che lo favoriscono. Per questo viene contestata aspramente, si cerca in tutti i modi di tenerla lontano dalla vita pubblica. Non facciamoci illusioni: anche, e proprio perché, fa il bene in nome di Dio, il potere cercherà sempre di combattere la Chiesa. Il Vangelo ricorda che con il male non c’è alcun dialogo ma un conflitto, una guerra senza quartiere. Possiamo e dobbiamo dialogare con tutti ma dobbiamo combattere con asprezza il male. Non solo gli effetti ma anche e soprattutto le cause nascoste. Quella cultura che non riconosce Dio e pretende di costruire una società senza Dio, di fatto è complice del maligno e di tutto il male che è nel mondo. Ogni forma di compromesso con questa cultura è un oggettivo cedimento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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