12 luglio 2017

12 Luglio 2017

Basta che gli diamo tutto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2, 1-11)
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il commento

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno vino” (2,3). È la Madre che interviene con discrezione, senza farsi notare. Nessuno se ne accorge. Il racconto mette Gesù al centro della scena, è Lui che comanda ai discepoli di riempire le anfore e di portarle al maestro di tavola. La conclusione è tutta per Lui: “questo fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (2,11). Ma tutto passa attraverso la Madre. Questo Vangelo è un grande annuncio di speranza: gli sposi sanno che possono contare sulla presenza di Maria, quanto più si affideranno a Lei non solo troveranno una Madre che li accoglie e li consola ma anche una Discepola che li spinge a restare in ascolto della parola di Gesù, un’ardente Apostola che li invita a rispondere sempre con generosità agli appelli di Dio. Nelle case dove Maria è invocata come Madre e accolta come Regina, non si spegne il fuoco dell’amore e cresce il desiderio di partecipare alla storia di Dio. La Vergine custodisce l’unità coniugale ma al tempo stesso insegna a fare della vita una continua missione. La casa non è un comodo rifugio ma è chiamata a diventare un avamposto missionario.
 
In casa Martin la Santa Vergine, come amava chiamarla Zelia, non era una cometa che appariva ogni tanto ma una stella sempre splendente. Le pagine mariane sono innumerevoli. Questa reale presenza non solo ha custodito la vocazione coniugale ma ha contribuito a fare di quella famiglia una vera “chiesa domestica”, un’autentica dimora di Dio. Luigi e Zelia hanno risposto fedelmente, giorno dopo giorno, senza poter sapere in anticipo qual era il progetto di Dio. La fede non consiste nel capire tutto ma nel donare tutto con l’intima certezza che Dio darà il centuplo, saprà trarre dalla nostra vita molto di più di quello che noi abbiamo pensato e di quello che abbiamo saputo fare. In fondo il buon Dio si contenta di poco, a Lui basta che gli diamo tutto. Con la sua grazia anche il piccolo seme porterà frutti abbondanti. Oggi chiediamo di avere la stessa fede di Luigi e Zelia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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