16 luglio 2017

16 Luglio 2017

Diventare seme

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Il commento

Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta” (13,8). La parabola mette in guardia dalle facili illusioni e descrive le cause che determinano un plateale e sconcertante fallimento: gli uccelli che divorano i semi, il sole che brucia la fragile pianticella, le spine che impediscono al frutto di germogliare (13,4-7). Ma la storia non resta prigioniera del male, Gesù annuncia che c’è anche un terreno buono che permette alla Parola di portare frutto con straordinaria abbondanza. Ai discepoli perplessi e scoraggiati, di ieri e di oggi, a quelli che sono abituati a lamentarsi, a quelli che sono sempre pronti a denunciare con amarezza le foglie che cadono, Gesù annuncia che nonostante tutte le difficoltà, e malgrado le opposizioni, il Vangelo risplenderà nella storia. La Parola di Dio ha una sua intrinseca fecondità, come annuncia il profeta: “non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10-11). L’immagine del terreno fecondo invita i discepoli a non cadere nella trappola dello scoraggiamento. La storia di Dio cresce lungo i secoli e ciascuno di noi è chiamato a seminare con fiducia ma senza la pretesa di vedere i frutti.

La vita dei santi Luigi e Zelia Martin appare come un giardino fiorito, pieno di fiori e frutti. Essi sono diventati terreno buono perché hanno permesso a Dio di entrare nella loro vita. Non hanno mai perso la fiducia in Lui e non si sono mai chiusi nella sterile lamentazione. Hanno partecipato attivamente alla storia della salvezza, diventando seminatori infaticabili. Chi incontra e accoglie il Signore non può restare inattivo. Cerca e trova tutti i mezzi per essere apostolo. Essere santi non significa solo seminare ma diventare seme, non solo annunciare la Parola ma diventare Parola. Su questa via vogliamo camminare anche noi, lo chiediamo come una grazia e invochiamo il sostegno e l’intercessione dei santi Luigi e Zelia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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