05 agosto 2017

5 Agosto 2017

La verità nonostante tutto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14, 1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Il commento

Giovanni infatti gli diceva: Non ti è lecito tenerla con te!” (14,4). Tanti sono i personaggi di questa scena ma uno solo è il protagonista ed è Giovanni il Battista. Proprio colui che in quel momento si trova in prigione, costretto al silenzio, è il solo protagonista perché ha il coraggio di dire la verità e di ricordare anche ai potenti come Erode che nessuno può calpestare la legge di Dio. Avrebbe potuto tacere ma il suo silenzio poteva essere interpretato come una implicita approvazione, l’indifferenza poteva diventare un’oggettiva complicità. Parlando, sapeva bene di mettere a rischio la sua vita ma un uomo di Dio non può nascondere la luce né può nascondersi dietro il fragile paravento delle convenienze umane.

L’agire di Giovanni è un messaggio preciso per la Chiesa e per i cristiani di oggi chiamati a custodire il valore del matrimonio e della famiglia. Se non siamo più capaci di dire ad alta voce ciò che crediamo, diventiamo complici di una cultura che relativizza i valori essenziali, a cominciare dal matrimonio che rappresenta il cuore della vita sociale. La verità non può essere mercanteggiata, dobbiamo chiedere il coraggio di parlare anche a costo di pagare di persona. La legge di Dio non è una norma astratta né una catena che imprigiona la libertà. Al contrario, ricorda la dignità che appartiene per natura all’uomo creato a immagine di Dio. Difendiamo la famiglia fondata sul matrimonio perché corrisponde al vero bene dell’uomo e della donna e al bene dei figli, frutto dell’amore coniugale. Giovanni accetta il martirio per testimoniare la verità, in senso stretto martire è colui che dà la vita per non rinnegare Cristo. Proclamando la verità, non ha rinnegato Colui che è “la verità” (Gv 14,6). Giovanni ha dato la vita, la sua voce è stata soffocata nel sangue ma la sua vita ancora parla e indica a tutti la via da percorrere. Oggi chiediamo la grazia di custodire e annunciare la parola che salva, nonostante le difficoltà, l’indifferenza o anche il disprezzo del mondo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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