06 agosto 2017

6 Agosto 2017

Tutto è trasfigurato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Il commento

E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (17,2). Le parole non possono descrivere l’accaduto, tutta la persona di Gesù è come avvolta da una luce improvvisa e intensa. I discepoli che hanno avuto la sorte di salire sul monte sono ammutoliti, vedono quello che mai avrebbero immaginato. È un’esperienza che s’imprime a chiare lettere nel loro cuore. Sul monte Tabor risplende per un attimo la vera identità di Gesù. E tuttavia, c’è una cosa che non possono ancora comprendere: la Trasfigurazione non appartiene solo all’esperienza del Tabor ma avvolge tutta la vita di Gesù. “Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 516). La luce divina appare in ogni parola e in ogni gesto. Appare non significa che è sempre evidente. Anzi, in gran parte questa luce rimane nascosta.

L’esperienza del Tabor è una pregnante icona del nostro vivere. La grazia del battesimo non solo ci ha unito a Gesù ma ci ha fatto diventare una sola cosa con il Figlio di Dio. Siamo morti e risorti con Lui (Rm 6, 3-5). Se dunque restiamo uniti a Lui, anche la nostra umanità è trasfigurata dalla grazia. La luce di Dio veste la nostra esistenza, in ogni suo aspetto, anche quello apparentemente più banale. Dio si è fatto uomo per fare della nostra umanità il luogo in della sua presenza. Se ci lasciamo illuminare dal Vangelo e plasmare dallo Spirito, la nostra vita diventa icona di quell’immagine che Dio ha nascosto nella nostra umanità fin dalla creazione e annuncio di quella Parola che svela il vero volto di Dio. Siamo chiamati a vivere nella carne ma non secondo la carne: non lasciamoci guidare soltanto dagli istinti, che appartengono alla nostra umanità, fossero pure quelli più nobili, come i sentimenti. Oggi chiediamo la grazia di stare nel mondo facendo della nostra vita un riflesso della beata eternità in cui tutto trova compimento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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