09 agosto 2017

9 Agosto 2017

L’orizzonte ultimo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Il commento

A mezzanotte si alzò un grido: Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (25,5). La parabola delle vergini che “uscirono incontro allo sposo” (25,1) è icona di una Chiesa che attende con fede il ritorno glorioso del suo Signore, una Chiesa che non si lascia turbare né distrarre dagli eventi ma continua a fissare l’orizzonte ultimo della storia. Il Vangelo tuttavia contiene un ammonimento e ricorda che tra quelle vergini ci sono alcune che hanno dimenticato di prendere l’olio, essenziale per tenere accesa le loro lampade. Icona di quei cristiani che vivono alla giornata, prigionieri del presente, hanno dimenticato la venuta dello Sposo. Chi vive così si troverà impreparato nel momento decisivo e sarà costretto a udire queste parole: “Non vi conosco” (25,12). Non si tratta solo di una presa di distanza ma di una rottura totale. Condannati a restare fuori. Non è Dio che ci dichiara estranei, siamo noi che lo abbiamo dimenticato, lo abbiamo escluso dal nostro vivere. La parabola invita a contemplare la meta ultima e a fare di essa il motivo che illumina le scelte che ogni giorno siamo chiamati a fare. L’orizzonte ultimo dell’esistenza diventa così la causa prima di ogni azione. La conclusione tragica non vuole dare giudizi affrettati, al contrario invita coloro che sono ancora in tempo a provvedere per evitare di restare fuori.

Leggiamo questa parabola nella cornice dell’esistenza santa di Edith Stein (1891-1942), un’ebrea convertita che ha scelto la vita carmelitana ed ha ricevuto il nome di Teresa Benedetta della Croce. La sua lampada non si è mai spenta, anche quando le tenebre dell’odio hanno invaso l’Europa, seminando orrore. Ha custodito la fede e l’amore, scriveva infatti: “Dio vuole l’aumento del mio amore nella prova. Senza dubbio, nell’agonia che sopporto, il più piccolo amen ha maggior valore dei canti di lode nella prosperità” (La mistica della croce, 43). Oggi chiediamo la grazia di accettare con amore ogni umiliazione per unirci sempre più profondamente a Colui che si è lasciato inchiodare sulla croce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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