15 agosto 2017

15 Agosto 2017

Canta e insegna a cantare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Il commento

L’anima mia magnifica il Signore” (1,46). Maria vive tutto nella luce di Dio perché in lei il peccato non ha preso dimora. È vero, attorno a lei ci sono tante tenebre, vive in un mondo dominato dal peccato, ma il peccato non dimora in lei, ella vive tutto nella luce e tutto per lei diventa una parola di Dio. Vive nella luce ogni esperienza, non solo quando riceve l’annuncio dell’angelo e diventa Madre del Redentore; ma anche quando lo genera nella fatica e nella solitudine di Betlemme; anche quando, nel tempio di Gerusalemme, riceve dal vecchio Simeone le parole oscure che annunciano la croce; anche quando sente gli sguardi non sempre benevoli della gente. Vive nella luce anche i giorni della Passione, anche quando si trova con il cuore muto dinanzi alla croce del Figlio. Maria, infatti, non vede soltanto la croce che inchioda le speranze, ma vede il Figlio che per amore si è lasciato inchiodare alla croce. Non rimane prigioniera dell’apparenza, sa andare oltre quello che vedono gli occhi di carne. Gli altri vedono la croce, Maria vede l’amore, gli altri si fermano alla morte, Maria giù intravede la vita, perché dove c’è l’amore c’è la vita.

Maria è una donna contemplativa che sa guardare oltre, per questo anche ai piedi della croce Maria canta la sua fede, dinanzi a un Dio che ama sgorga il canto della lode e della gratitudine. Anche in quel momento, così oscuro e segnato da dolore, Maria canta perché riconosce che, in modo misterioso e incomprensibile, Dio sta realizzando la sua opera. Sì, anche ai piedi della croce, con le labbra mute, Maria canta la sua fede, canta il suo Magnificat, con la stessa fede degli anni della giovinezza quando fece risuonare la sua lode nella casa di Zaccaria. Maria canta la fede anche nella casa di Nazareth e durante i giorni della sua vita, canta insieme alla primitiva comunità, canta in attesa dello Spirito, canta dopo la Pentecoste. Il suo canto accompagna e sostiene il cammino della Chiesa. Maria è sempre presente, canta e insegna alla Chiesa a cantare la fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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