22 agosto 2017

22 Agosto 2017

Grande perché piccola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il commento

Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (1,38). Nella piccola casa di Nazaret, tutta rischiarata da una luce soprannaturale, Maria dichiara di essere l’umile serva del Signore (1,38). È questa la sua carta d’identità. Chi vuole comprendere il mistero che la avvolge deve passare attraverso la porta dell’umiltà. Uno dei grandi cantori di Maria, san Luigi Grignion de Montfort (1673-1716), scrive che la Vergine Maria ha chiesto di vivere la sua esistenza nel più totale nascondimento, l’Amore di Dio era sufficiente a saziare il suo cuore, non ha cercato la gloria umana, la sua unica attrattiva era quella di rimanere nascosta agli occhi del mondo. Chi conosceva il mistero della sua innocenza? Chi poteva immaginare l’avventura divina della sua esistenza? Tutti conoscevano il Figlio, e molti lo ammiravano, ma Lei restava in disparte. Gesù stessa non l’ha mai esaltata, accettava e condivideva il suo desiderio di restare nascosta. Con raffinato intuito teologico Charles Péguy dice che Maria fu “grande perché piccola”.

Teresa di Lisieux ama meditare la vita terrena di Maria piuttosto che contemplarla nella luce abbagliante della gloria. La piccolezza della Vergine l’attira molto più che la sua grandezza. Nella chiesa di Nostra Signora delle Vittorie, ella riceve la grazia di sentire tutta la tenerezza materna di Maria (Ms A 57r). Poche settimane prima di morire, in una confidenza raccolta dalla sorella Paolina, afferma: “Sappiamo bene che la Santa Vergine è la Regina del Cielo e della terra, ma è più Madre che Regina” (Ultimi colloqui, 21 agosto). E tuttavia, non teme di invocarla come “Regina del Cielo” (Ms A 2r). In realtà la sua maternità non contrasta con la regalità. Il potere regale di Maria è il prolungamento del suo essere Madre di Gesù e, al tempo stesso, l’espressione di quella maternità ecclesiale che ha ricevuto ai piedi della croce (Gv 19, 25-27). “Dio innalza gli umili”, canta Maria nella casa di Zaccaria. Oggi chiediamo la grazia di fare tutto per amore. È questa la via dell’umiltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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