24 agosto 2017

24 Agosto 2017

Il primo passo del cammino

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1, 45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Il commento

Come mi conosci?” (1,48). I sinottici inseriscono Bartolomeo nella lista dei Dodici (Mt 10,3) e così pure gli Atti degli Apostoli (1,13); ma non riferiscono nessun episodio che lo vede protagonista. Giovanni invece presenta Natanaele come uno dei primi discepoli. Si tratta del medesimo personaggio. Il brano evangelico parla di un duplice incontro. Il primo avviene con Filippo, un amico di lunga data, che gli parla con entusiasmo di un certo di Gesù di Nazaret e lo invita a conoscerlo. Natanaele accetta per amicizia ma conserva le sue legittime perplessità. Più tardi avviene il secondo incontro: quando si trova dinanzi al Rabbì cadono tutti gli interrogativi. È andato pensando di scrutarlo con attenzione per verificare se l’entusiasmo dell’amico era giustificato. E si ritrova dinanzi ad un uomo che mostra di conoscerlo fin troppo bene e lo saluta con un significativo elogio (1,47). E quando il giovane manifesta la sua sorpresa, guardandolo bene negli occhi Gesù gli dice: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi” (1,48). Il fico è un albero antico, secondo i rabbini era l’albero della conoscenza del bene e del male di cui parla la Genesi. All’ombra del fico la gente si fermava per una sosta rinfrancante o anche per leggere e meditare la Legge. Quando gli rivela di averlo visto sotto il fico, Gesù manifesta a Natanaele tutta la sua fiducia, lo conosce come un uomo giusto, uno che medita la Legge e attende il Messia. Forse gli rivela anche qualche particolare che nessun altro conosce. Le parole di Gesù toccano il cuore e fanno sgorgare una limpida professione di fede, inizio di un’esperienza che porterà Natanaele a condividere tutta la vicenda terrena del Rabbì di Nazaret. Quell’incontro è solo il primo passo di un cammino che lo condurrà a scoprire cose meravigliose: “Vedrai cose più grandi di queste!” (1,50). La promessa di Gesù è valida anche per noi. Oggi chiediamo la grazia di fare della vita una bella avventura che, di sorpresa in sorpresa, ci condurrà nella luce senza fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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