30 agosto 2017

30 Agosto 2017

Acqua inquinata

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,27-32)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».

Il commento

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati” (23,27). Nella Legge ebraica toccare un cadavere o un sepolcro, anche inavvertitamente, era causa di impurità rituale (Nm 19.16), cioè impediva di partecipare alle celebrazioni religiose. Per evitare tutto questo gli ebrei imbiancavano i sepolcri in modo da permettere a tutti di vederli e di scansarli. Gesù utilizza questa immagine per descrivere i farisei. Il colore bianco dona splendore alle cose: essi dunque appaiono all’esterno come persone rispettabili, anzi si presentano come i veri e più fedeli testimoni della purezza d’Israele; Gesù avverte però che “dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume” (23,27). La denuncia non potrebbe essere più severa. Gesù non si limita a criticare i discutibili comportamenti morali e le riduttive scelte religiose, in questo caso l’accusa riguarda proprio la persona. Non solo rileva un profondo contrasto tra ciò che appare all’esterno e quello che essi portano nel cuore; ma li presenta come luoghi di morte, gente che non può assolutamente comunicare la parola di Colui che la Scrittura chiama il “Dio vivente” (Dt 5,26). Chi li avvicina, senza saperlo, viene contagiato. Invece di incontrare il Dio della vita, riceve la morte. Tutto questo è davvero insopportabile agli occhi di Gesù, Lui che è venuto per “dare la vita in abbondanza” (Gv 10,10).

Il Vangelo non descrive solo quell’ambiente sociale e religioso ma parla anche a noi. Queste parole contengono un duro monito contro ogni forma di ricercatezza esteriore, contro ogni falsa apparenza con la quale si cerca di nascondere il vuoto interiore. Peggio ancora quando, pur consapevoli della malizia che abita in noi, facciamo di tutto per avere un’immagine presentabile. E così, invece di comunicare la fede, allontaniamo da Dio; invece di condurre alla Sorgente da cui scaturisce la vita, diamo acqua inquinata che genera morte. Oggi chiediamo la grazia di guardare umilmente dentro di noi per togliere tutto ciò che oscura la verità e tutto ciò che ostacola il cammino dei fratelli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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