31 agosto 2017

31 Agosto 2017

Gente che ha fede

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Il commento

Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?” (24,45). Nella comunità ecclesiale vi sono persone alle quali il buon Dio ha dato una particolare responsabilità nei confronti degli altri. Gesù li chiama servi e li descrive con due aggettivi: fidati e prudenti [pistòs kai phrónimos]. Il primo aggettivo non richiama solo lafiducia ma anche e soprattutto la fede. È questa la prima qualità, la condizione essenziale per ricevere ed esercitare con saggezza il ministero ecclesiale.

Questa parola si riferisce senza dubbio ai Pastori che hanno il compito di guidare il popolo di Dio. Una responsabilità da far trenare i polsi se è vero che un Pastore fedele e saggio come Sant’Agostino poteva dire: “Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell’incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza” (Discorsi 340,1). Ma possiamo pensare anche ai genitori, anche loro hanno ricevuto il ministero di fare della loro casa un luogo santo, una vera “chiesa domestica”. Ed è una responsabilità di cui dovranno rendere conto a Dio. Come i servi del Vangelo, i genitori hanno il compito di dare ai figli il nutrimento opportuno. Non si tratta solo di dare tutto il necessario per farli diventare adulti ma di accompagnare i figli nella graduale e affascinante scoperta della fede. Era questo il primo e più grande desiderio di Zelia che scrive così a proposito di Maria, la primogenita: “Spero che sarà una buona ragazza, ma la vorrei santa” (LF 154). Non si accontenta di sapere che la figlia mostra di avere ottime virtù. Vuole che sia tutta piena di Dio. I genitori predicanoanzitutto con la vita: non basta che siano onesti lavoratori, non basta neppure la partecipazione domenicale alla Messa, occorre che siano testimoni fedeli e gioiosi del Vangelo. Ai santi Luigi e Zelia oggi affidiamo tutti i genitori, specie quelli che vivono con difficoltà e preoccupazione il loro impegno educativo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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