02 settembre 2017

2 Settembre 2017

Una vita inutile

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Il commento

Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo” (25,25). Il servo della parabola sa che la libertà è dono di Dio e che prima o poi dovrà rendere conto del suo operato. Spinto dalla paura nasconde il talento ricevuto per poterlo restituire intatto. In apparenza non fa nulla di male, anzi di preoccupa di custodire intatto il denaro che ha ricevuto. La parabola lo qualifica così: “Servo malvagio e pigro” [ponērè kaì oknēré] (25,26). Malvagio è colui che vuole e compie il male, l’attributo in questo caso sembra esagerato perché il servo non fa male a nessuno, non ruba il denaro ricevuto e neppure inventa scuse ipocrite per giustificare il suo disimpegno. Il giudizio non si ferma alle intenzioni ma misura la realtà. Dobbiamo riconoscere che spesso i criteri del Vangelo sono molto diversi dai nostri. Quel servo non ha fatto nulla di quanto gli era stato chiesto. Non impegnandosi per il bene, di fatto è diventato complice del male. È stato pigro, cioè non ha avuto quella determinazione che in questi casi serve. Ha lasciato vincere la paura. Più che pigro, potremmo tradurre: immobile. Il termine più adatto è accidioso, non si è impegnato, non ha compreso la necessità del suo impegno, è rimasto a guardare. Per questo è definito anche con un altro aggettivo, ben più pesante: “inutile” (25,30). Ha sprecato la vita, l’ha riempita di vuoto, cioè di cose inutili.

San Giovanni Crisostomo è un vescovo non ha avuto paura di rischiare tutto per il Signore, mettendo a rischio anche la vita. La sua parola era l’eco fedele del Vangelo: “Non cercare una vita senza rischi, una vita non travagliata, non trascinata dai pericoli. Non è uguale starsene seduti sul molo o insegnare l’arte di solcare i mari. L’uno diventa infingardo, vuoto e smidollato … Tu sei entrato nella vita presente per questo: non per startene inattivo, spossato dal torpore, né per evitare qualsiasi pericolo, ma per diventare più splendido con le sofferenze. Non cerchiamo dunque il benessere né una vita colma di piaceri …”. È questa la strada da seguire.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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1 risposta su “Una vita inutile”

Signore salvaci Maria aiutaci … La croce c’ è ma è del Risorto grazie perdono aiuto Ave Maria e avanti..ascolta radio Maria

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