04 settembre 2017

4 Settembre 2017

Senza diplomazia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Il commento

Tutti erano meravigliati” (4,22). Diversamente da Matteo e Marco, Luca inizia il suo racconto da Nazaret. È qui che Gesù annuncia chiaramente la sua identità messianica. Storicamente non è questo il punto di partenza, come appare nella richiesta di manifestare la sua potenza, come ha già fatto a Cafarnao e in altri villaggi della Galilea (4,23). Gesù è solo, la chiamata dei primi discepoli avverrà più tardi. Ascoltandolo parlare tutti sono stupiti. Lo avevano visto partire come un giovane in cerca di futuro. Ed ora torna come un Rabbi che parla con autorità. La meraviglia tuttavia lascia ben presto spazio alle domande e ai dubbi e sfocia nella più cieca opposizione. Luca aggiunge un dettaglio che gli altri evangelisti non riportano: “Lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù” (4,29). La missione inizia con il più palese insuccesso. È solo un frammento ma possiamo già intravedere tutta la storia e … l’ombra della croce.

Quando sente aumentare il disagio della gente, quando vede salire la collera, Gesù non si tira indietro e non fa nulla per calmare gli animi più esagitati. Avrebbe potuto parlare con più moderazione, cercando di accattivarsi la simpatia popolare. E invece rimprovera aspramente i suoi concittadini. In questo modo scava un fossato che aumenta la diffidenza e il contrasto. Un’immagine poco consueta. Gesù è un testimone della verità, non si sottrae alla polemica, non minimizza le sue parole, non cerca compromessi. L’autorità e la sicurezza delle sue parole nascono da una coscienza interiore e da una luce che viene dall’alto. Dobbiamo imparare da Lui a non cercare sempre e solo la via diplomatica: vi sono momenti in cui dobbiamo annunciare la verità anche se sappiamo fin dall’inizio che non tutti possono comprenderla. Sono proprio quelli i tempi in cui scopriamo che Dio dona una grazia speciale a quelli che si fidano di Lui. È quello che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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