05 settembre 2017

5 Settembre 2017

Prepariamoci alla lotta

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Il commento

Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea” (4,31). Man mano che leggiamo il Vangelo facciamo anche una conoscenza della geografia di quella zona in cui Gesù ha vissuto la sua missione. La scena evangelica che ieri abbiamo proclamato era ambientata a Nazareth, un piccolo villaggio posto tra colline della Galilea. Oggi, invece, entriamo a Cafarnao, un’importante città posta sul lago che allora contava parecchie migliaia di abitanti. A Nazareth Gesù incontra il rifiuto dei suoi concittadini, proprio là dove poteva pensare di trovare una cordiale accoglienza, si scontra con un muro di incomprensione. A Cafarnao, invece, dove ebrei e pagani vivono insieme, incontra spesso la fede sincera, come quella del centurione romano (7,1-10).

L’evangelista presenta Gesù nella sua abituale immagine di maestro, la sua missione infatti passa attraverso l’insegnamento: “E in giorno di sabato insegnava alla gente” (4,31). Facciamo bene a sottolineare il valore della carità ma non dobbiamo per questo trascurare il dovere di annunciare la Parola. Sono due elementi complementari della stessa missione. La parola di Gesù ha il potere di smascherare il male che fino a quel momento è rimasto nascosto. Nella sinagoga c’era un uomo posseduto che cominciò a gridare: “Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?” (4,34). La Parola di Dio non è mai innocua. Se la Chiesa parla con l’autorità di Gesù, si trova inevitabilmente a scontrarsi con il male che accompagna la storia, quel male che si nasconde nei palazzi del potere e nell’ipocrisia della gente comune. La Parola scuote e mette in crisi ma non forza nessuno, non convince tutti né può vincere il male che si annida nel cuore dell’uomo senza una dura battaglia. Se dunque vogliamo accogliere e annunciare la Parola prepariamoci alla lotta! Attenti a non addomesticare la Parola, a non sminuire la forza rivoluzionaria con interpretazioni accomodanti. Altrimenti il male resta e, prima o poi, esplode con danni irreparabili. Come la cronaca quotidiana non si stanca di ricordare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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