13 settembre 2017

13 Settembre 2017

Siamo nei guai

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Il commento

Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio” (6,20). Come Matteo (5,3) anche Luca sulla porta d’ingresso delle beatitudini pone l’annuncio della povertà; ma la sua versione è più radicale, non fa riferimento ai poveri in spirito ma ai ptōchoì, cioè gli indigenti, i miserabili, i nullatenenti, insomma quelli che sperimentano la povertà materiale. A coloro che sono privi di ogni cosa, Gesù dice: “Beati voi”. Una parola sorprendente in ogni epoca ma che oggi facciamo ancora più fatica a comprendere perché siamo figli di una cultura che considera i beni materiali non solo utili ma essenziali, fino al punto da equiparare la felicità con l’avere. Lasciamoci raggiungere da questa provocazione. Gesù invita a non dare importanza ai beni materiali perché danno un’apparente sazietà e ci lasciano vuoti, riempiono la vita di illusioni. Il Figlio di Dio indica la strada che dona la vera gioia, quella che non dura lo spazio di un mattino e che nessuno potrà togliere.

Dobbiamo leggere l’annuncio gioioso della povertà in stretta connessione con l’ammonimento severo: “Guai a voi ricchi” (6,24): la ricchezza è vera una disgrazia, chi possiede beni materiali o si preoccupa di accumularli si trova nei guai perché la ricerca ossessiva della propria sicurezza genera ansia, costringe a vivere concentrati su di sé e impedisce di fare attenzione al prossimo. Chi cerca la sua gioia nei beni materiali e pensa di trovare in essi la sazietà, non volge più lo sguardo a Dio e non ripone più in Lui la sua fiducia. Gesù invita a considerare la mancanza dei beni come una condizione desiderabile perché ci impedisce di sentirci autonomi e ci costringe a bussare alla porta della Provvidenza. Noi invece non vogliamo essere poveri, non vogliamo mancare di ciò che sembra essenziale, non vogliamo chiedere niente a nessuno, vogliamo bastare a noi stessi. Tutto questo non ci fa vivere come figli di Dio e non ci fa diventare discepoli di Gesù. Chi vive così, anche se non se ne accorge, si trova nei guai. Oggi chiediamo la grazia di prendere sul serio il Vangelo e di cambiare strategia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “Siamo nei guai”

questo è il Vangelo che non capisco. Perchè Gesù vuole che siamo tutti poveri o meglio senza mezzi per vivere ? E’ facilissimo essere poveri,basta non far niente, non lavorare, ed essere così inutili a se stessi, ai propri cari, al prossimo e alla società.Francamente non capisco ! Gesù dovrebbe aiutare e premiare anche con il benessere terreno chi lo segue. Nessuno può vivere senza soldi. Nessuna azione può essere fatta. Le chiese si fanno con i soldi, il Papa non potrebbe andare nei paesi lontani se non avesse i soldi per la benzina dell’aereo e per pagare tutto il Suo seguto ( attenzione ! Non voglio fare nessuna critica al santo Padre che ammiro). Chi vive nella povertà per dedicarsi agli altri è costretto a vivere in un gruppo costituito che sono per lui uno strumento che gli procura i soldi per vevere che lui rifiuta. Insomma Padre, io sono un cristiano, o mi sforzo per essere un buon cristiano, ma questo passo del vangelo non riesco a comprenderlo. Secondo me forse non l’ha capito nemmeno la Chiesa. Gesù non vuole seminare la povertà, non vuole creare un popolo di inetti o peggio di gente che ha bisogno di Madre Teresa per mangiare. Gesù e gioia, felicità, pace, misreicordia, e non divide il ricco dal povero. ci sono tanti poveri che forse anche per la disperazione sono malvagi e ci sono tanti richhi che aiuttano i meno fortunati. Le chiedo scusa per queste parole, ma avrei bisogno di un chiarimento sincero su questo passo del Vangelo se ha tempo e vuole rispondermi. Grazie.

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