20 settembre 2017

20 Settembre 2017

Come nei talk show

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Il commento

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!” (7,34). La predicazione e i gesti di Gesù suscitano un ingenuo stupore nella gente ma fanno nascere anche domande. Lo stesso Giovanni Battista sembra perplesso (7,18-23). Le parole che oggi meditiamo riportano una riflessione piuttosto amara di Gesù sull’accoglienza che ha ricevuto. Queste parole non sono semplicemente uno sfogo emotivo ma una provocazione. A causa del suo ascetismo rigoroso, Giovanni è stato accusato di essere posseduto dal demonio. Gesù mostra di avere uno stile completamente diverso, si presenta come un profeta ma non teme di entrare nelle case della gente, di mangiare e bere con loro. Ma anche lui riceve critiche che lo squalificano agli occhi della società. Giovanni viene accusato di essere eccessivamente austero; al contrario, Gesù viene criticato per essere troppo tollerante, perfino smodato.

Storia di ieri ma anche di oggi. La nostra è la generazione dei talk show. La gente si sofferma volentieri davanti alla tv dove si dibatte, si discute e si critica tutto e tutti. Uno stile contagioso. È facile giudicare eventi e persone, restando comodamente seduti sul divano. Ci sono sempre buone ragioni per sottolineare gli errori o le esagerazioni degli altri. Abbiamo l’impressione di essere protagonisti, in realtà siamo solo spettatori … Il Vangelo oggi ci invita a prendere posizione in modo chiaro e decisivo. Gesù Cristo è davvero l’Inviato di Dio? È Lui che libera l’uomo e il mondo dal male? La fede non è come il sole che splende a mezzogiorno, non sarà mai evidente fino al punto da zittire ogni obiezione. La ragione non basta per misurare una decisione come questa. La tentazione più diffusa è quella di non scegliere. Chi preferisce restare nella zona grigia dell’astensione, anche se non se ne accorge, ha già compiuto una scelta. Vive senza sapere perché e senza una meta. Oggi chiediamo la grazia di accogliere Gesù come il Salvatore, Colui che ci rende attori di una storia nuova.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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