21 settembre 2017

21 Settembre 2017

Vide un uomo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Il commento

Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte” (9,9): tutto inizia da uno sguardo. Gesù non si ferma alla veste esteriore ma riconosce in quell’uomo una creatura che porta in sé l’immagine di Dio (Gen 1,26). Per i farisei, invece, il mestiere è come un muro che impedisce di guardare oltre e di scoprire l’identità più profonda che l’uomo porta dentro di sé. Essi vedono solo un pubblicano, cioè un pubblico peccatore. Una persona da tenere a distanza. Per questo si scandalizzano nel vedere Gesù che frequenta le loro case: “Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?” (9,11). Gesù non è cieco né un illuso, egli sa che quell’uomo ha perduto l’immagine divina ma egli è venuto appunto per restituirgli la sua originaria dignità. Nei Vangeli troviamo molti racconti di guarigione nei quali Gesù appare capace di restituire all’uomo la salute. Restituire all’uomo la sua dignità è molto più importante. È questa la missione che Gesù ha compiuto e che ha affidato alla Chiesa.

Quante volte rischiamo di fermarci alla superficie. Non sappiamo andare oltre le apparenze. Gli errori del passato sono come una barriera invalicabile che soffoca il futuro. La fede non solo ci rende capace di sperare la conversione per tutti ma ci chiede di compiere tutti quei gesti che permettono all’uomo, qualunque sia la sua storia, di ricominciare a sognare. Non complici della paura ma alleati della speranza. Non prigionieri del passato ma generatori di futuro. Oggi chiediamo la grazia di scommettere sul positivo che c’è in ciascuno di noi. Nell’omelia esequiale di Carlo Maria Martini (1927-2012), il cardinale Angelo Scola disse del suo predecessore: “si struggeva per non perdere nessuno e nulla […] ha sempre cercato di abbracciare tutto l’uomo e tutti gli uomini”. Il buon Pastore non chiude mai la porta. Oggi preghiamo che sia questo lo stile degli apostoli e, in particolare, di coloro che Dio chiama a guidare il suo popolo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.