udienza generale

Papa: “Siate missionari di speranza nel mondo come san Francesco”

Papa Francesco

(Foto: Marcin Kadziolka / Shutterstock.com)

a cura della Redazione

Il Santo Padre ai pellegrini: “Gesù è risorto! […] Nessun male è infinito, nessuna notte è senza termine, nessun uomo è definitivamente sbagliato, nessun odio è invincibile dall’amore”.

Se l’avventura cristiana si fermasse allo scandalo della croce, cosa sarebbe Gesù se non uno dei tanti martiri eroi della fede e della storia? Ma la speranza del cristiano è la resurrezione. Non il venerdì santo, non il buio del sepolcro, ma la luce dell’alba, la Pasqua del terzo giorno, la nascita di un sole che non muore. “Il cristiano non è un profeta di sventura. – dice il Papa rivolto ai fedele riuniti in piazza – Noi non siamo profeti di sventura. L’essenza del suo annuncio è l’opposto, l’opposto della sventura: è Gesù, morto per amore e che Dio ha risuscitato al mattino di Pasqua. E questo è il nucleo della fede cristiana. Se i Vangeli si fermassero alla sepoltura di Gesù, la storia di questo profeta andrebbe ad aggiungersi alle tante biografie di personaggi eroici che hanno speso la vita per un ideale. Il Vangelo sarebbe allora un libro edificante, anche consolatorio, ma non sarebbe un annuncio di speranza. Ma i Vangeli non si chiudono col venerdì santo, vanno oltre; ed è proprio questo frammento ulteriore a trasformare le nostre vite”.

“Gesù è risorto!” è questo il mistero, la grandezza, la fede. È questo ciò che ci rende “missionari di speranza”, raggi di sole che percorrono sentieri oscurati e abbruttiti dalla notte senza tempo. “Com’è bello pensare che si è annunciatori della risurrezione di Gesù” dice il Papa. “C’è un di più che abita l’esistenza cristiana, e che non si spiega semplicemente con la forza d’animo o un maggiore ottimismo. La fede, la speranza nostra non è solo un ottimismo; è qualche altra cosa, di più! È come se i credenti fossero persone con un “pezzo di cielo” in più sopra la testa. È bello questo: noi siamo persone con un pezzo di cielo in più sopra la testa, accompagnati da una presenza che qualcuno non riesce nemmeno ad intuire”.

“Così il compito dei cristiani in questo mondo è quello di aprire spazi di salvezza, come cellule di rigenerazione capaci di restituire linfa a ciò che sembrava perduto per sempre. Quando il cielo è tutto nuvoloso, è una benedizione chi sa parlare del sole. Ecco, il vero cristiano è così: non lamentoso e arrabbiato, ma convinto, per la forza della risurrezione, che nessun male è infinito, nessuna notte è senza termine, nessun uomo è definitivamente sbagliato, nessun odio è invincibile dall’amore”.

Come non fare riferimento ai giovani quando si parla di speranza? L’annuncio del Papa che conclude la catechesi è tutto rivolto a loro: “Desidero annunciare che dal 19 al 24 marzo 2018 è convocata dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi una Riunione pre-sinodale a cui sono invitati giovani provenienti dalle diverse parti del mondo: sia giovani cattolici, sia giovani di diverse confessioni cristiane e altre religioni, o non credenti.

Questa iniziativa si inserisce nel cammino di preparazione della prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi che avrà per tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, nell’ottobre 2018. Con tale cammino la Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani – dobbiamo ascoltare i giovani -. Per questo, le conclusioni della Riunione di marzo saranno trasmesse ai Padri sinodali”.

Per leggere la catechesi del Papa clicca QUI




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