Sant’Alfonso Maria Fusco

“Ho trovato la mia stella in sant’Alfonso Maria Fusco”

di Elisabetta Cafaro

Il giovane Alfonso, studente al secondo anno di liceo, scrive alla professoressa Cafaro e le domanda: “Gesù ci chiede di essere santi, ma come è possibile mettere in pratica in ogni situazione umana questo suo appello?”.

“Non vedremo sbocciare dei santi – scriveva don Milani – finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale”. È questo fascino che ha mosso le note del cuore di un mio alunno, di nome Alfonso.

Prof, domenica 8 ottobre ero in piazza per onorare la memoria del nostro amato sant’Alfonso Maria Fusco. Sono un giovane ragazzo che come tanti altri giovani si affaccia alla vita e si pone domande sulla realtà della fede. Nel periodo adolescenziale si sperimenta un profondo cambiamento e pur provenendo, come nel mio caso, da una famiglia cattolica e praticante, non è più facile credere con la stessa convinzione con cui lo si faceva da bambino.

Non è facile avere fede nelle istituzioni ecclesiastiche. A volte il male si insinua proprio nella casa di Dio e coloro che dovrebbero, con la loro vita, dare esempio su come si mettono in pratica gli insegnamenti di Gesù, non ci danno poi molto spesso un’autentica e forte testimonianza. Non belle parole, ma fatti vogliamo vedere prof! Sembra sempre che siano pochi i sacerdoti che realmente incarnano Cristo sulla terra.

In questo contesto, ben vengano le storie di santità. Sono luci che ci accarezzano il cuore e ci illuminano di gioia e di speranza, danno risalto alla grande figura di Gesù. La vita dei santi ci fa comprendere che realmente è possibile unire la Gerusalemme terrestre con la Gerusalemme Celeste in un unico abbraccio d’amore.

L’altra sera alla solenne celebrazione in onore di sant’Alfonso Maria Fusco ho ascoltato con molta attenzione l’omelia del nostro vescovo, Mons. Giuseppe Giudice. Mi ha fatto molto riflettere l’espressione da lui usata: “Questa grande Chiesa all’aperto in questa piazza…”. I santi aprono realmente le vie tra il cielo e la terra. La Chiesa non è più un luogo chiuso da mura circoscritte ma uno spazio di cielo dove possiamo respirare la gloria infinita ed eterna di Dio.

Eccellenza carissima, anch’io come tanti ho ascoltato le sue parole esortative ed anche provocatorie in merito alla nostra vita cristiana e all’esempio mirabile a cui i santi ci richiamano. Mi sono chiesto, come mettere in pratica in ogni situazione umana l’appello di Gesù: “Siate perfetti com’è perfetto il vostro Padre Celeste”. Non è facile trovare risposte. I santi sono le stelle che illuminano questa realtà troppo triste e vuota se non confidiamo in Dio ed abbiamo Gesù per amico.

Ho visto questa stella di cui lei ci ha parlato nella maestosa figura di don Alfonso Maria Fusco e porto nel cuore la sua domanda: “Noi amiamo realmente Gesù?”. Siamo disposti a diventare la pietra d’angolo come fu don Alfonso e come lui pur essendo scartati e umiliati, siamo disposti a credere sempre nella Provvidenza e ad andare avanti? Non credo sia facile rispondere e dimostrare di essere credenti concreti e coerenti.

“Chi dite che io sia?”. È la domanda che risuona lungo le pagine della storia dell’umanità e della Chiesa, una domanda apparentemente semplice a cui con sincerità non riusciamo ancora a rispondere. Dite bene, amiamo poco Gesù!

Alla scuola dei santi, però, sperimentiamo la Provvidenza di Dio nella nostra vita e impariamo a lamentarci meno per poter dire anche noi un giorno: “Vorrei che anche la nostra ombra potesse far del bene.”

Un caro saluto!
Alfonso




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3 risposte su ““Ho trovato la mia stella in sant’Alfonso Maria Fusco””

Ciao! Ho letto il tuo bellissimo articolo e è stato veramente interessante perchè a dir la verità qualche anno fa più o meno mi ponevo anche io queste domande che minuziosamente sono delle perplessità sulla realtà . Io chiesi al mio padre spirituale il modo e il mezzo dei santi che utilizzavano per fare il determinato percorso. Lui mi rispose che loro non è che erano eccezionali,sempre essere umani,logiacente, ma con un bel dono affidato da Dio cioè di farsi seguire sempre ed ovunque,ma ciò non significa che dovevano essere in un luogo sacro. Vale a dire che loro in qualsiasi posto il loro cuore era sempre disposto ad ascoltarLo. Nel loro cuore c’era sempre la disponibilità e lo spazio di far entrare Dio nella propria anima. Anche magari quando c’era bisogno di un aiuto per i poveri o anche immigrati per il bisogno di un abitazione il loro cuore era sempre aperto. Tutte queste “opere” Sono un “camminare verso la santità”. Ti saluto affettuosamente.

E la risposta alle mie domande che in questi giorni mi sono fatto ed è così è la verità che ci fa avvicinare tutti per volontà, di Dio insieme a Gesù con la nosta perseveranza.

Credere e mantenere sempre viva e reale la fede in Dio non è facile. Occorre dare sempre il giusto spazio a Lui,ascoltarlo, seguirlo ed amarlo come farebbe un bambino nei confronti della propria mamma. Si può avere sempre certezza e fiducia nel legame con Lui, nonostante le tentazioni e gli errori commessi dagli uomini sulla terra.

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