13 ottobre 2017

13 Ottobre 2017

Il dito di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Il commento

È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni” (11,15). Dinanzi all’accusa ingiuriosa dei farisei Gesù non può restare in silenzio, lasciando così serpeggiare il dubbio nella folla che lo segue con fiducia. Egli rivolge agli interlocutori parole che suonano come un duro ammonimento, chiede loro di non chiudersi nei pregiudizi che alimentano letture che falsificano la realtà, li invita a valutare con attenzione gli avvenimenti. La frase conclusiva contiene una precisa rivendicazione: “Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio” (11,20). Gesù è venuto per ingaggiare una battaglia decisiva contro il principe del male, chi non riconosce l’origine divina della sua missione, non solo perde l’appuntamento con Dio ma, lo voglia o no, finisce per diventare complice del male. L’espressione usata da Luca – che non si trova nei paralleli di Matteo e Marco – richiama l’Esodo e il Deuteronomio dove leggiamo che le Tavole della Legge sono state scritte con il “dito di Dio” (Es 31,18; Dt 9,10). Nelle parole di Gesù c’è un’evidente polemica con i farisei: a coloro che pensano di conoscere bene la Torah, Gesù rivela la sua identità divina: non è solo un profeta che riceve e consegna le Tavole della Legge ma il Messia che opera con l’autorità di Dio. La Legge antica è stata scritta sulla pietra, Gesù invece scrive la nuova Legge nella carne dell’uomo. Egli opera con il dito di Dio, cioè con la potenza dello Spirito, per guarire l’uomo dal male che ha preso dimora nella sua carne e nel suo cuore. È l’uomo, infatti, l’uomo trasfigurato e redento, il segno visibile che il Regno di Dio è in mezzo a noi. Sulle orme del Maestro, la Chiesa è chiamata a scrivere pagine inedite di carità per custodire la dignità della persona e difendere l’uomo da tutto ciò che lo abbrutisce e deforma l’originaria bellezza. Oggi invochiamo e accogliamo lo Spirito Santo per ricevere la grazia di collaborare all’opera redentrice inaugurata da Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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