20 ottobre 2017

20 Ottobre 2017

Impossibile tacere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,1-7)
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Il commento

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo” (12,4). Quando la folla si accalca (12,1), la parola di Gesù diventa più incisiva per scoraggiare un’adesione troppo superficiale e/o interessata. La fede è alleata con il coraggio. Per questo Gesù chiede ai discepoli di non nascondersi e di non tacere. Mescolarsi in mezzo alla folla, come lievito che fa crescere la pasta, non significa perdere o sminuire la propria identità. Non bisogna aver paura di proclamare ad alta voce la fede, anche se questo può avere delle conseguenze gravi che vanno dalla critica all’emarginazione sociale e giungono fino al martirio. Come ha fatto Clara Ferranti, una docente universitaria che ha invitato i suoi giovani studenti a sostare in silenzio per recitare un’Ave Maria. Tante le critiche ufficiali ma tanti anche coloro che hanno ammirato il suo coraggio. L’unica paura che dobbiamo coltivare è quella di negare o nascondere la verità. Se ci allontaniamo da Dio, perdiamo la vita. Dopo la resurrezione, dinanzi al sinedrio che li minacciava di morte, Pietro e Giovanni testimoniarono con coraggio la loro fede nel Risorto: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Sono loro che hanno scritto le prime pagine di quel libro della fede che in ogni tempo si arricchisce di nuove e luminose testimonianze. Sant’Agostino scrive che la Chiesa, “compie il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”. Chi cerca e trova l’amicizia di Gesù, deve mettere in conto l’ostilità del mondo. Colui che opera il male non si arrende. Una proposta come questa può spaventare i più deboli e allontanare quelli che cercano una vita comoda. A coloro che si trovano dinanzi ad un compito difficile e ben più grande delle proprie forze, San Basilio, un vescovo del IV secolo, scrive: “Non lamentarti per il peso che supera le tue forze. Se infatti dovessi portarlo da solo, non sarebbe soltanto pesante, ma addirittura insostenibile” (Lettera161,2). Donaci, Padre buono, il coraggio di testimoniare la fede. Questo solo oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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