27 ottobre 2017

27 Ottobre 2017

Le tracce di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,54-59)
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

Il commento

E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (12,57). Gesù parla alla folla non al gruppo ristretto dei discepoli. Ad una folla credente ma anche distratta. Una folla che sente ma non ascolta, guarda ma non scruta con attenzione, pensa ma non riflette abbastanza. Una folla che vive alla superficie, si affida ai luoghi comuni, segue passivamente il modo comune di ragionare. Così facendo perde l’appuntamento con quel Dio che non si stanca di seminare nella storie tracce visibili della sua presenza. È una fotografia della nostra società, rispecchia una condizione piuttosto diffusa. Gesù non si ferma al rimprovero – espresso con la massima severità (12,56) ma invita a leggere con attenzione gli eventi della storia. Chiede di esaminare gli eventi con grande cura, come di chi cerca qualcosa sapendo di trovare. Il verbo dokimázo fa pensare ad una verifica meticolosa, indica la capacità di fare discernimento (Rm 12,2; Fil 1,10). Il vocabolo kairòs non indica il tempo meteorologico né quello cronologico ma fa riferimento al tempo di Dio.

Invitando a giudicare gli eventi Gesù non esalta il libero arbitrio ma fa appello all’intelligenza che Dio ha donato all’uomo. A ben vedere quest’esortazione esprime e conferma tutta la fiducia che Dio ha nell’uomo. In fondo anche il rimprovero nasce dall’amara constatazione che la gente non usa l’intelligenza che ha ricevuto da Dio. L’uomo è dunque capace di comprendere la verità essenziale e anche di scegliere il bene, è capace di riconoscere le tracce che Dio lascia nelle vicende della storia. Questa naturale capacità oggi è stata indebolita, il cuore dell’uomo è appesantito da troppe cose e da una cultura che invita a non cercare perché non c’è nulla da trovare. Per questo oggi l’uomo non cerca più ciò che è vero ma quello che conviene, non ciò che è giusto ma quello che è utile. Lo sguardo è come appannato. Siamo immersi in una confusione che rende ancora più faticoso il discernimento. Per questo, non ci stanchiamo di invocare lo Spirito, unica luce e fonte di luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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