4 novembre 2017

4 Novembre 2017

La tentazione più sottile

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Il commento

Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto” (14,8). Gesù non si limita a sferzare il galateo sociale che in ogni epoca e civiltà, anche la nostra, impone le sue procedure. Egli vuole piuttosto richiamare l’uomo ad estirpare dal cuore l’istintiva e pervicace tendenza ad affermare se stesso. Un’inclinazione che appartiene alla natura umana ma che nell’epoca del selfie appare sempre più accentuata, fino a diventare un idolo al quale sottomettere tutti gli altri desideri. Tutta la Scrittura condanna con decisione l’orgoglio, quando l’uomo esalta se stesso, di fatto mette Dio fuori gioco. La cosa più strana è che Dio stesso ha posto l’uomo al di sopra di tutte le cose create (Sal 8,6). Questa condizione di grande responsabilità, se non viene ben orientata e se non resta in tutto e per tutto sottomessa alla regalità di Dio, suscita e alimenta quella ricerca di se stessi che sconfina nell’orgoglio. È la tentazione più sottile ed insidiosa. Come il buon condimento rende più gustosi gli alimenti, l’orgoglio inquina anche le cose buone e sante. Non si tratta dunque di occupare o meno i primi posti ma di acquisire quella sana umiltà che ci invita a vivere ogni responsabilità con la disponibilità a servire Dio e il prossimo. Servire Dio, non servirsi di Dio. Chi s’incammina per questa via non solo s’impegna a non cercare la gloria ma rifiuta gli onori. Uno dei primi gradi dell’orgoglio è la ricerca delle cose piacevoli. Chi vuole vincere questa battaglia chiede la grazia di accogliere con gioia anche quello che d’istinto contrasta con le sue attese. Non riconoscere i propri peccati, oppure minimizzarli e giustificarli, è un’attitudine molto diffusa che rafforza non poco l’orgoglio. Per contrasto dobbiamo imparare ad accettare i nostri limiti e la nostra parte di responsabilità. Il primo passo di un cammino lungo ed esigente che richiede una disponibilità a tutta prova. Seguendo la testimonianza dei santi, e affidandoci alla loro intercessione, oggi chiediamo di fare un piccolo passo nella via dell’umiltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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