6 novembre 2017

6 Novembre 2017

Non chiedere nulla

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,12-14)
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Il commento

Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi” (14,13). Luca è particolarmente sensibile al tema della gratuità, è l’unico a riportare questo insegnamento in cui chiede di non invitare amici e parenti, ma quelli che non possono ripagare, cioè poveri, storpi, zoppi e ciechi. In fondo è questo lo stile di Dio: “mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8). Gesù non chiede di invitare anche i poveri per dare una spruzzata di solidarietà alla festa. Con quella radicalità che è tipicamente lucana, chiede di invitare solo i poveri. Un segno di quella fede che si traduce nella più assoluta gratuità. Uno stile difficile da acquisire perché contrasta con la natura umana che in ogni cosa cerca istintivamente il contraccambio. E difatti, Gesù non chiede di rinunciare alla ricompensa ma invita a cercare solo quella che Dio dona. Per evitare di alimentare illusioni, fissa anche l’appuntamento: “Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (12,14). Nel giorno del giudizio ciascuno riceverà la sua ricompensa e sarà sorpreso perché riceverà molto più di quello che merita. Il buon Dio non si lascia vincere in generosità.

Accogliere e mettere in pratica questa Parola significa non chiedere nulla se non la grazia di amare e servire, non attendere nulla dagli altri ma tutto da Dio, non pretendere di ricevere tutto e subito ma confidare nella bontà di Dio. Quello che il Vangelo propone è un ideale lontano dal nostro vivere quotidiano. In effetti, la logica commerciale prevale nettamente su quella della gratuità. Anche nei rapporti di amore e di amicizia viviamo di attese che non raramente si trasformano in pretese. Talvolta anche l’impegno più generoso è inquinato dal desiderio di vedere i frutti del nostro lavoro. Chi ama si preoccupa di seminare il bene e trova la sua gioia nell’amare. Chi ama non chiede nient’altro perché sa che solo Dio può colmare quell’infinito che dimora in lui. Solo la fede può darci la grazia di amare così.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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