7 novembre 2017

7 Novembre 2017

Non ci sono sconti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Il commento

Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti” (14,16). La parabola descrive il volto di un Dio che generosamente chiama tutti a partecipare al banchetto della vita e ostinatamente desidera dare a ciascun uomo la salvezza. Ma sottolinea anche il rifiuto dell’uomo la cui drammatica conseguenza è quella di essere esclusi dal banchetto (14,24). Per sempre. Non è una sentenza ma un serio ammonimento. Chi annuncia il Vangelo deve parlare della pienezza di gioia che Dio vuole donare ma deve anche aprire gli occhi sui rischi che corriamo se non rispondiamo prontamente alla chiamata o se non perseveriamo nel cammino intrapreso. La dimensione dell’ammonimento non viene abbastanza sottolineata. A prima vista il rifiuto degli invitati ha delle ragionevoli giustificazioni, in fondo chiama in causa le principali coordinate dell’esistenza e cioè il lavoro e il matrimonio. E tuttavia il giudizio di Gesù non presenta sfumature né prevede sconti: “Nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena” (14,24). Un giudizio che appare fin troppo severo per i nostri gusti. In fondo, chi rifiuta l’invito non sceglie il peccato, non si oppone a Dio, ma ritiene che i suoi impegni siano più importanti. Gesù invece ricorda che rifiutare l’invito è come spegnere la luce che Dio ha acceso. Questa scelta, per quanto motivata, ci fa perdere l’appuntamento con Dio.

Questa parola vale per quanti non hanno ancora conosciuto il Vangelo ma anche e soprattutto per i battezzati. La fede non impedisce di vivere gli impegni della vita, anzi offre una più grande motivazione per dare valore ad ogni cosa. Tutto parte da Dio e solo chi accoglie la chiamata di Dio potrà riempire di vita gli altri ambiti dell’esistenza. Dinanzi all’invito di Dio tutto passa in secondo piano. Il Signore non sa che farsene delle nostre scuse, anche di quelle più legittime. “Io non sono tanto preoccupato dei cristiani non praticanti ma dei praticanti che non sono cristiani”, ha detto un amico parroco. Beati quelli che accoglieranno il suo invito. Chiediamo la grazia di essere tra questi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.