9 novembre 2017

9 Novembre 2017

Non darti pace

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Il commento

Non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato! (2,16). L’episodio è comune a tutti evangelisti, ma Giovanni lo racconta con la sua firma, dando una interpretazione nuova e originale. Nei sinottici Gesù appare come un profeta che denuncia l’infedeltà di Israele. Giovanni, invece, presenta Gesù come il Figlio. Non è soltanto il profeta che viene in nome di Dio, ma è il Figlio che viene a rivendicare quello che gli appartiene, quello che gli è proprio, egli è l’erede legittimo e dunque può parlare con autorità. Perché Gesù interviene in modo così plateale? Perché si espone sapendo che avrebbe attirato non poche critiche? Giovanni risponde citando una parola dell’antica alleanza: “Lo zelo per la tua casa mi divorerà” (2,17). Zelo [in greco zēlos] indica una persona appassionata e ardente. Deriva dal verbo zēō che significa bollire. Gesù è disposto a consumare la sua vita.  Sant’Agostino commenta: “Chi è divorato dallo zelo per la casa di Dio? Colui che quando vede che qualcosa non va, si sforza di correggerla, cerca di rimediarvi, non si dà pace, se non trova rimedio, sopporta e geme. […] Nessuna è tanto casa tua quanto quella dove trovi la salute eterna. Nella tua casa tu entri per riposarti dalla fatica di ogni giorno, nella casa di Dio entri per trovarvi il riposo eterno. Ora, se tu ti preoccupi che nella tua casa non ci sia niente fuori posto, sopporterai, potendolo impedire, il male che tu vedessi nella casa di Dio, dove trovi la salute e il riposo senza fine? Ad esempio vedi un fratello correre agli spettacoli? Fermalo, ammoniscilo, crucciati, se è vero che lo zelo per la casa di Dio ti divora. Vedi altri correre ad ubriacarsi o intenti a fare nel luogo sacro ciò che è sconveniente in qualsiasi luogo? Fa’ di tutto per impedirlo, trattieni quanto puoi, affronta quanto puoi, blandisci chi puoi, insomma non darti pace. Fratelli miei, tenendo conto di questo ammonimento, non vi date pace. […] non stancatevi di guadagnare anime a Cristo, poiché voi stessi da Cristo siete stati guadagnati” (Commento al Vangelo di Giovanni, 10,9).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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