15 novembre 2017

15 Novembre 2017

Credere è ringraziare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Il commento

Si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo [eucharistōn]” (17,16). Non è la guarigione che l’evangelista vuole sottolineare, il miracolo appare del tutto secondario. La guarigione del corpo è certamente un dono ma è solo la premessa di un’altra e più significativa grazia. Al centro del racconto emerge la testimonianza di uno dei lebbrosi guariti che ritorna per “ringraziare”. Il Vangelo non si preoccupa di insegnare le regole del galateo, il verbo eucharistéin ci conduce nel cuore della fede e fa pensare a quell’evento che unisce Cielo e terra. Luca sottolinea che il ritorno gioioso del lebbroso nasce dal “vedere” il suo corpo finalmente risanato: “Uno di loro, vedendosi guaritotornò indietro [upéstrepsen] lodando Dio a gran voce e si prostrò davanti a Gesù …” (17, 15-16). Quest’uomo si rende conto di aver ricevuto una grazia che ormai non attendeva più e che neppure meritava, per questo decide di tornare indietro. Le parole dell’evangelista non sono scelte a caso: il verbo ephistréphō non riguarda soltanto la geografia ma richiama la conversione del cuore, la lode rivela la fede in Dio che ha manifestato la sua potenza in Gesù, gettandosi ai piedi del Nazareno egli lo riconosce come il Messia inviato a guarire l’umanità. Luca ha voluto così indicare il passaggio dall’antica alla nuova alleanza: invece di presentarsi al sacerdote, che lo avrebbe dichiarato puro, il lebbroso corre ai piedi di Gesù che gli consegna il titolo di credente (17,19). Le antiche prescrizioni della Legge non sono più valide, la salvezza non dipende più dalla fedele osservanza di quelle norme ma unicamente dal riconoscere Gesù come la fonte della grazia. “La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,17). La sproporzione – solo uno su dieci ritorna – non ha valore statistico ma l’amara constatazione di Gesù (17, 17) fa pensare che molto spesso i doni di Dio non aprono l’uomo alla fede ma lo chiudono in una vuota sazietà. Donaci, Signore, di riconoscere e di proclamare a voce alta che tutto è dono tuo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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