24 novembre 2017

24 Novembre 2017

Oggi niente carezze

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Il commento

La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri!”  (19,46). Non appena entra nella città Gesù si reca subito nel Tempio, il luogo santo, il centro e il cuore della religiosità d’Israele. Non si reca come un semplice pellegrino, non vi entra insieme agli altri che vanno nel Tempio per offrire sacrifici di comunione e per consegnare a Dio le proprie intenzioni. Vi sale come un profeta e ripete le parole degli antichi profeti. Con parole piuttosto rudi Gesù ricorda a tutti che la casa di Dio è il luogo in cui l’uomo incontra Dio, si riconosce figlio e consegna al Padre la propria vita. Il Tempio, invece, appare a Gesù come un luogo dove gli interessi umani hanno finito per prevalere sull’esperienza religiosa. Una denuncia forte che mette sotto accusa le guide religiose che non hanno vigilato abbastanza per custodire la santità del luogo o forse sono stati complici di quella deriva utilitaristica.

Il Vangelo non si limita a ricordare un fatto storico ma interpella continuamente la nostra vita. Ci sono situazioni in cui Gesù non bussa delicatamente alla porta ma entra spaccando i vetri. La parola di Dio non risuona come una carezza ma come uno schiaffo. Evidentemente il Signore ci vuole svegliare, vuole scuoterci dal torpore in cui siamo caduti, vuole farci capire che abbiamo preso una strada sbagliata o forse che siamo caduti in una tale mediocrità da non renderci più conto della banalità del nostro vivere. Abbiamo barattato la verità con un piatti di lenticchie. Lasciamo a Dio la libertà d’ intervenire quando vuole e come vuole. Il nostro unico dovere è accogliere gli eventi della vita – quali che siano le cause immediate – come occasioni di conversione. È del tutto inutile – e talvolta infantile – lamentarci se, in alcuni casi, Dio viene con eccessiva irruenza, quasi con prepotenza. Il Signore ha il diritto di entrare nella vita dei suoi figli come gli pare giusto perché egli cerca solo il nostro bene. Oggi chiediamo la grazia di non perdere nessuna occasione per assumere uno stile più conforme al Vangelo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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