5 dicembre 2017

5 Dicembre 2017

Con occhi di speranza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Il commento

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (10,21). L’Avvento è il tempo in cui guardiamo la storia con occhi di speranza, con gli occhi del profeta Isaia (Is 11,1-11) che annuncia il tempo messianico nel quale Dio agirà con potenza attraverso un uomo sul quale si poserà il suo Spirito. Il profeta crede così fortemente all’intervento di Dio da disegnare una storia priva di quei conflitti che purtroppo accompagnano e inquinano la vicenda umana. Una visione fin troppo idilliaca che sconfina nell’utopia. Eppure queste antiche parole ci fanno comprendere il ruolo e la forza della fede. Se venisse a mancare questa fiducia finiremmo per cadere nella più cieca rassegnazione. Dinanzi al male che persiste e inquina la storia, potremmo infatti chiederci a che vale spendere le nostre migliori energie se non riusciamo a spostare di un millimetro le lancette della storia. Il profeta, invece, non misura la storia con le capacità dell’uomo ma con l’amore di Dio.

È Gesù il Messia promesso dai profeti. È Lui che inaugura il tempo in cui “giustizia e pace si baceranno” (Sal 85,11). Diversamente da quanto attendevano i profeti, il Regno di Dio non passa attraverso la forza del potere ma attraverso la debolezza della parola. Nel Vangelo che oggi proclamiamo Gesù rende lode al Padre perché solo i piccoli hanno compreso e accolto la Parola. I discepoli tornano dalla missione e raccontano tutto il bene compiuto (10, 17-20). Dinanzi a questo ingenuo entusiasmo Gesù non cavalca le facili illusioni ma rende lode al Padre per avere consegnato la sua Parola a quelli che sono piccoli [nēpios], a quelli che sono senza istruzione, a quelli che non hanno alcuna considerazione sociale. È questa bontà che accompagna i passi della storia. Ed è questa la certezza che dobbiamo coltivare per diventare suoi collaboratori. Padre santo, nonostante la nostra fragilità, Tu ci chiami ad annunciare le tue meraviglie. Donaci di restare piccoli per compiere quelle opere grandi e belle che Tu desideri.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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