7 dicembre 2017

7 Dicembre 2017

Faccio quel che posso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Il commento

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto” (7,26). Questa parola è posta al termine di una lunga catechesi nella quale Matteo ha raccolto alcuni tra gli insegnamenti più importanti di Gesù: le beatitudini, la carità fraterna che arriva fino all’amore dei nemici, la preghiera del Padre nostro e la fiducia nella Provvidenza, l’invito a non giudicare … la mappa della fede prevede sentieri faticosi. La catechesi si conclude con un invito a prendere sul serio la Parola, non basta ascoltare, non basta parlare, non basta neppure pregare: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli” (7,23). Gesù ammonisce severamente quei discepoli che si fermano all’ascolto della Parola e non si preoccupano di compiere scelte coerenti. Li invita a misurare la vita con la volontà del Padre celeste. Dinanzi alla proposta esigente del Vangelo vi sono quelli che, sospinti da una falsa umiltà, dicono: non ce la faccio. Si tirano indietro, scoraggiati e delusi. Vi sono altri che, vestiti di rassegnazione, affermano: faccio quello che posso. E poi vi sono i cristiani double face, quelli che fanno finta… Gesù invece chiede di accogliere concretamente la volontà del Padre nella sua interezza, senza chiedere sconti. Non è facile, lo sappiamo: tra il dire e il fare … c’è di mezzo il mare. È uno di quei proverbi inventati per giustificare il nostro scarso impegno. Prendere sul serio non significa saper fare tutto ma accogliere la sfida del Vangelo. La vita cristiana si può riassumere così: ogni giorno siamo chiamati a riconoscere i limiti e ogni giorno dobbiamo essere pronti a ricominciare. La coscienza del limite non limita il nostro slancio.

Padre santo, non siamo agenti di viaggio che conoscono i sentieri da percorrere. Siamo e vogliamo essere tuoi figli, pronti ad accogliere la Parola che Tu hai fatto risplendere nel tuo Figlio. Non ti stancare di parlare al nostro cuore, anche quando ci vedi impauriti e preoccupati. Tu conosci la via che conduce alla vita. E noi ci fidiamo di Te.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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