8 dicembre 2017

8 Dicembre 2017

Ogni piccolo sì

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il commento

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret” (1,26). Il Vangelo ci porta in un piccolo e nascosto villaggio della Galilea, entriamo anche noi in questa casa umile e povera ma vestita di luce e di santità. C’è un evidente contrasto con la scena della Genesi (Gen 3, 9-15). Adamo si nasconde, Maria si fa trovare. Adamo vuole mettersi al posto di Dio, Maria dichiara di essere la “serva del Signore” (1,38). Adamo ascolta la parola del serpente, Maria accoglie la parola dell’angelo. In controluce emerge il dramma che attraversa tutta la storia dell’umanità: da una parte l’uomo che vuole fare a meno di Dio; e dall’altra la donna che accetta di collaborare con Dio. Due diverse strategie che coesistono anche oggi e talvolta si scontrano. Se avessimo uno sguardo onesto, non sarebbe difficile capire dove si trova la verità. Ma il diavolo imbroglia le acque, getta fango sulla Chiesa, nasconde la luminosa testimonianza offerta da quanti, come Maria, hanno detto il loro eccomi e l’hanno vissuto nella più totale fedeltà. Dobbiamo anche riconoscere che la cattiva testimonianza di tanti discepoli di Gesù getta non poche ombre sulla credibilità del Vangelo. Ma oggi contempliamo la luce divina in tutta la sua purezza. Il sì di Maria segna l’inizio di una storia nuova. Un nuovo e permanente inizio. Maria è la primizia e l’icona di un popolo che appartiene a Dio e vuole essere tutto di Dio. Le tempeste non mancheranno ma “le porte degli inferi non potranno prevalere” (Mt 16,18). La promessa di Gesù riprende la profezia della Genesi: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (3,15). In questa lotta drammatica risplende l’eccomi di Maria, primizia e annuncio di quella fede che vince il mondo (1Gv 5,4).

La Vergine Maria dona anche a noi il coraggio di rinnovare l’eccomi della fede. Forse lo diciamo con timidezza ma anche con l’intima certezza che ogni piccolo sì tiene accesa nel mondo la lampada della fede e diventa segno di quella speranza che non muore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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