9 dicembre 2017

9 Dicembre 2017

Un instancabile pellegrinaggio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,35 – 10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Il commento

Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno” (9,35). Questo instancabile pellegrinaggio manifesta l’ansia di un Dio che vuole incontrare ogni uomo e vuole guarire l’umanità nella sua interezza, corpo e spirito. Gesù, infatti, annuncia il vangelo e cura le malattie. Ma il Nazareno non può fare questo da solo: egli è venuto per svelare il volto compassionevole di Dio e far risplendere la vera immagine dell’uomo. La sua missione è solo l’inizio di una storia. Altri devono continuare la sua opera. Gli apostoli fanno esattamente le stesse cose del Maestro: “diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità” (10,1). Lo fanno nel suo Nome e con la sua autorità. La missione è la prima e più immediata espressione della fede. Non è propaganda ma testimonianza coraggiosa e gratuita di ciò che abbiamo ricevuto e di Colui che abbiamo incontrato (10,8). Chi ha ricevuto la luce non può tenerla nascosta. Ma non può neppure limitarsi a dire parole, deve diventare lui stesso una parola eloquente, mettendosi concretamente a servizio del prossimo, impegnandosi a curare le sue ferite.

Fra la missione di Gesù e quella dei discepoli il Vangelo pone l’invito alla preghiera: “Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe” (9,38). Questo accenno ricorda che tutto è nelle mani di Dio. Non si tratta di moltiplicare le preghiere ma di stare dinanzi a Dio come umili mendicanti che chiedono tutto e si dispongono a dare tutto. Nel momento in cui preghiamo con fede e chiediamo al Padre di intervenire con potenza, non possiamo non essere toccati dalla grazia che ci invita a metterci a disposizione del Regno. Se davvero desideriamo che il Regno venga, come possiamo restare indifferenti dinanzi al male che avanza? Padre santo, la Parola che oggi ci consegni ricorda l’urgenza e la necessità della missione. Fa’ che quanto più ci accostiamo al tuo Figlio, tanto più si accenda in noi il desiderio di portare il Vangelo ai fratelli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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