10 dicembre 2017

10 Dicembre 2017

Per mezzo degli angeli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Il commento

Inizio del Vangelo di Gesù” (1,1): comincia così il Vangelo di Marco che accompagna questo anno liturgico. In realtà all’inizio del Vangelo non troviamo Gesù. Si parla di Lui, ma egli ancora non appare. Al centro della scena invece troviamo Giovanni Battista, l’ultimo dei profeti e al tempo stesso il più grande perché ha avuto il privilegio di incontrare il Messia mentre gli altri potevano solo vederlo da lontano (Mt 13,17). L’evangelista presenta Giovanni con tre titoli: il messaggero, la voce e il testimone fedele. Mi soffermo sul primo di questi attributi. Il Precursore appare in primo luogo attraverso parole antiche, la citazione intreccia un testo del profeta Malachia (3,1) e un brano del Libro di Isaia (40,3): “Ecco io dinanzi a te io mando il mio messaggero: / egli preparerà la tua via” (1, 2). Giovanni Battista fa parte di una storia, la sua parola si inserisce nel cammino di un popolo, la sua testimonianza compie quella promessa messianica che per secoli ha custodito la speranza d’Israele.

La venuta del Messia è dunque preparata da un messaggero. In greco troviamo il vocabolo ánghelon, l’angelo. Giovanni comunica efficacemente la parola di Dio, egli non ha solo una parola da dire ma diventa lui stesso parola. Il Vangelo oggi ci ricorda che la rivelazione passa nella storia attraverso gli angeli. Siamo tutti chiamati ad essere angeli gli uni degli altri! Lo saremo nella misura in cui comunichiamo le parole di Dio, quelle che vengono danno vita e profumano di speranza. Le nostre parole hanno il sapore del Cielo o quello della terra, aiutano ad alzare lo sguardo oppure favoriscono la rassegnazione, allargano gli orizzonti della vita oppure rinchiudono nelle stanze di un egoismo sempre più timoroso? Le nostre parole sono l’eco dell’eterna Parola oppure l’espressione istintiva della nostra emotività? “Inizio del Vangelo di Gesù”: il Vangelo inizia dove qualcuno annuncia, con le parole e con la vita, che Dio è venuto in mezzo a noi. Oggi chiediamo la grazia di far parte di questo popolo che vive e testimonia la buona notizia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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