26 dicembre 2017

26 Dicembre 2017

Tutti chiamati al martirio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,17-22)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.

Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà persevereto fino alla fine sarà salvato».

Il commento

Sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (10,18). Stefano si distingue non solo per il servizio della carità ma anche per la predicazione. Nonostante la diffidenza delle autorità religiose, egli non teme di annunciare la verità della fede. Negli Atti degli apostoli leggiamo: “pieno di grazia e di potenza faceva grandi prodigi e segni tra il popolo” (6,8). Non bisogna pensare solo alle guarigioni ma anche alle numerose conversioni che suscitava con il coraggio e la limpidezza della sua fede. Accusato da falsi testimoni e trascinato dinanzi al Sinedrio, Stefano non ha paura di proclamare la sua fede nella divinità di Gesù. Per questo viene lapidato. E guadagna così il titolo (poco ambito a dire il vero) di essere il primo martire del cristianesimo. Nel linguaggio comune il termine martire indica colui che viene ucciso a causa della sua fede, ma nel senso originario mártys indica semplicemente il testimone. Siamo tutti chiamati a dare testimonianza, tutti chiamati al martirio. Si racconta che Teresa d’Avila disse ad una donna che soffriva molto: “Sono le carezze che Dio fa ai suoi amici”. La donna rispose: “Capisco, perché nostro Signore ha così pochi amici”. Forse è solo un aneddoto. In ogni caso ricorda che la sequela di Cristo non è una tranquilla passeggiata ma comporta molti rischi, anche quello della vita. Lo sapevano bene i primi cristiani, il Vangelo non nasconde i pericoli, anzi chiede a chi inizia di essere pronto a “prendere la croce”. Quelli che restano fedeli devono mettere in conto che saranno “odiati da tutti a causa del mio nome” (10,22). L’orizzonte esistenziale che Gesù propone non ha nulla di affascinante, anzi sembra fatto apposta per scoraggiare i dubbiosi e i paurosi. Il Signore non imbroglia nessuno e non vende illusioni. Su questa scia la Chiesa non deve cercare compromessi ma chiedere ai cristiani di testimoniare la verità. Anche quando costa. Oggi chiediamo la grazia di fare della fede l’abito quotidiano.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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