Spose bambine

“Fino a quando ce la farò, lotterò per impedire i matrimoni con spose bambine”

Kriti Bharti

di Ida Giangrande

La storia di Kriti Bharti: figlia di una gravidanza indesiderata, abbandonata dal padre dopo la nascita, diventata una psicologa a soli 29 anni. Oggi la più giovane attivista contro la pratica delle spose bambine.

Ci sono storie che ci fanno rabbrividire e che talvolta, ci donano il coraggio e la speranza necessari a guardare al futuro con ottimismo. Quella che da noi si chiama pedofilia, in alcune parti del mondo, è una tradizione in voga, che conta centinaia di bambine date in spose a uomini che potrebbero essere loro padri se non addirittura nonni. È il dramma delle spose bambine, una tradizione raccapricciante con risvolti ancora più raccapriccianti.

In India, il fenomeno è particolarmente diffuso. La gente è povera, le famiglie non riescono a sfamare i propri figli e spesso vendono le bambine a uomini molto più grandi. Lo chiamano “un buon matrimonio” ma è solo una questione di sopravvivenza. Sembra una storia d’altri tempi, eppure succede proprio oggi.

Per fortuna, però, c’è ancora chi non è disposto a tacere e a scendere a compromessi. Lei si chiama Kriti Bharti. Sono circa 850 le bambine strappate ai matrimoni forzati, dall’intervento della sua Associazione, “Saarthi Trust”. Un’organizzazione non profit fondata da questa giovane donna, psicologa indiana che, a soli 29 anni, ha già strappato molte bambine ad un destino inquietante.

Ma cosa si nasconde dietro questo nome? Anche Kriti ha una storia dolorosa da raccontare. La storia di un’infanzia difficile, di quelle che non vorremmo mai sentire e che forse non siamo troppo abituati a raccontare, per grazia di Dio aggiungerei. Figlia di una gravidanza indesiderata, abbandonata dal padre, da piccola fu avvelenata e costretta a lasciare la scuola. Nonostante le varie vicissitudini è riuscita a riprendere gli studi e a conseguire un dottorato in psicologia. Non ha mai avuto un’infanzia, come molti bambini della sua terra, ma oggi il suo grande impegno umanitario è diventato il simbolo di una comunità che lotta per ridare un’infanzia alle bambine indiane e per questo Bharti ha anche ricevuto diversi premi internazionali.

I volontari della sua organizzazione “Saarthi Trust” lavorano contemporaneamente su due fronti. Da un lato con gli organi di governo cercando di porre fine ai matrimoni, che costituisce la sfida più grande in quanto richiede il consenso non solo della sposa, ma anche quello dei genitori dello sposo e degli anziani del villaggio. Dall’altro versante, sensibilizzando la popolazione indiana sugli effetti negativi dei matrimoni tra i bambini e organizzando visite alle scuole, manifestazioni in luoghi pubblici volte a dimostrare che l’alternativa c’è ed è possibile.

Grazie alla sua esperienza, possiamo toccare con mano le piaghe delle bambine che hanno vissuto l’inferno, come la ragazzina di 17 anni che Kriti ha strappato all’intolleranza e all’indifferenza generale. “Quando ho trovato questa giovane ragazza – racconta – si era accovacciata dietro un albero alle 4 del mattino nel deserto del Rajasthan. Era terrorizzata. Fuggendo senza una meta dal suo villaggio, ha preferito nascondersi nel deserto pur di non rimanere con il marito alcolizzato un momento di più”. La preoccupazione primaria di Kriti è stata mettere la ragazza al sicuro mentre si avviava la richiesta di annullamento del matrimonio. La bambina viene dalla comunità Bhandiawas del Rajasthan, in cui i delitti d’onore sono abbastanza comuni e potrebbe essere uccisa dai parenti del marito.

 

Delitti d’onore, matrimoni combinati: non siamo più abituati a sentire queste espressioni. Nel nostro linguaggio ordinario, il matrimonio è una scelta, spesso fin troppo facile, e l’onore è una parola quasi in disuso. Eppure in quelle zone del mondo, il tempo pare essersi fermato per stagnare come in un acquitrino. Sono tante le associazioni e le donne che si battono per impedire i matrimoni di spose bambine. Non solo in India, ma anche in Africa, in Turchia: cambiano i luoghi ma non le dinamiche. Per arrivare a sposarsi le piccole hanno bisogno del consenso della loro famiglia. Un consenso scritto dalla povertà, dalla miseria che abbruttisce e ingoia anche la dignità e l’affetto più sincero. Le conseguenze sono quasi naturali: prima l’abbandono scolastico, poi le gravidanze che arrivano in corpi ancora acerbi, che provocano danni e in determinati casi possono portare anche alla morte della giovanissima madre.

Mentre scrivo l’articolo fuori diluvia. Goccioloni d’acqua impattano contro i vetri delle finestre. Guardo le mie figlie giocare con le loro bambole e ringrazio Dio perché mi sento al sicuro. Ma il mio cuore di madre non può riposare in pace perché so che altrove sotto il mio stesso cielo, qualche bambina della stessa età di una delle mie figlie è violata nel corpo e nell’anima. Non sta giocando con una bambola. È costretta a fare da madre in un tempo in cui avrebbe bisogno di sentirsi ancora figlia. E così mentre io, osservando le mie bambine serene e al sicuro, lei sperimenta l’inferno. E allora cosa aggiungere? Grazie Kriti, grazie per il coraggio e per l’impegno, grazie per l’esempio che offri a tutti noi.




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