6 gennaio 2018

6 Gennaio 2018

Fare della vita un dono

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Il commento

Abbiamo visto sorgere una stella e siamo venuti” (2,2). Questa festa liturgica è un’icona eloquente della lotta tra la luce e le tenebre. Epifania significa manifestazione, il suffisso epì fa pensare ad una rivelazione che viene dall’alto. Non tutti accolgono questa luce, come i Magi. Quando giungono a Gerusalemme, dove pensano di trovare il nuovo re, vanno nei palazzi dei potenti e raccontano quello che sanno: “All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme” (2,3). Erode ha paura e, per difendere il suo potere, progetta il male. Lo fa con astuzia, pensando di poter ingannare quegli uomini che vengono da lontano. E forse potrebbe anche riuscire nel suo intento ma non può ingannare Dio che avverte i Magi di ritornare per un’altra via (2,12). Il Dio che viene riceve la visita stupita e commossa degli umili pastori d’Israele e dei ricchi sapienti che vengono da Paesi lontani; ma incontra anche il rifiuto deciso del re e di chi, insieme a lui, gestisce il potere. Il potere ha sempre paura di Dio, anche quando si presenta nella forma più povera, come un inerme bambino. I Magi cercano un re e trovano un bambino povero e indifeso. Dio non si presenta con i segni della gloria e della potenza, egli non è venuto per comandare né per condannare ma per servire e donare a tutti la pienezza della vita.

Ogni Eucaristia è un’epifania di Dio, anche in questo caso Egli non si presenta attraverso l’umile segno del pane. Chiediamo al Signore di avere la stessa fede dei Magi che quando entrarono nella casa, “videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” (2,11). Anche noi oggi entriamo nella casa di Dio, anche noi siamo chiamati a riconoscere la grandezza di Dio nei segni sacramentali. Prostriamoci con umiltà dinanzi a Dio e riconosciamo che solo in Lui, e grazie a Lui, possiamo diventare grandi e compiere opere belle. Ricevendo il Pane eucaristico, che dà vita, oggi chiediamo la grazia di fare della nostra vita un dono, segno e prolungamento di quel Dio che per noi si è fatto uomo, donando tutto se stesso.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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