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Giovani a rischio: sempre più perfezionisti e efficientisti
Pur di soddisfare le pressioni della società e l’esigenza di fare successo i nostri giovani sono sempre in competizione l’uno con l’altro e alla maniacale ricerca della perfezione. A soffrirne è la salute psicologica.
a cura della Redazione
La perfezione del corpo, una competenza approfondita e sempre più specializzata, l’efficienza sul lavoro, una carriera di successo, sembrano essere questi gli obiettivi dei giovani di oggi, soprattutto universitari. Efficientismo e perfezionismo fenomeni in netta ascesa che preoccupano non poco gli psicologi, secondo i quali questa ricerca della perfezione a tutti i costi, potrebbe mettere a dura prova la salute mentale dei ragazzi.
A evidenziarlo è uno studio della York St John University, pubblicato su Psychological Bulletin. Gli studiosi hanno preso in esame i dati relativi a 41.641 studenti universitari americani, canadesi e britannici che hanno effettuato un test sui cambiamenti generazionali nel perfezionismo, dalla fine degli anni ’80 al 2016.
Hanno misurato tre tipi di perfezionismo: quello orientato verso se stessi, inteso come un desiderio irrazionale di essere perfetti, quello prescritto socialmente, cioè relativo alla percezione di aspettative eccessive da parte degli altri, e infine quello orientato verso l’altro, che ci fa avere standard non realistici su altre persone.
È emerso che le generazioni più recenti hanno riportato punteggi significativamente più alti per ognuna delle forme di perfezionismo analizzate, in particolare del perfezionismo prescritto socialmente, aumentato del 33%. Su questo aumento dati ancora da approfondire suggeriscono un ruolo dei social media, che possono rendere insoddisfatti dei propri corpi e aumentare l’isolamento sociale.
“I giovani di oggi – spiega Thomas Curran, autore principale dello studio – sono in competizione l’uno con l’altro per soddisfare le pressioni della società ad avere successo e sentono che il perfezionismo è necessario per sentirsi sicuri, socialmente connessi e di valore”. A scapito però in parte di un’influenza sulla salute psicologica, con livelli più alti di depressione, ansia e pensieri suicidi rispetto a un decennio fa.
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