9 gennaio 2018

9 Gennaio 2018

Il mandante occulto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21b-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Il commento

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro” (1,23). Non è un uomo cattivo ma una persona che ha permesso al diavolo di entrare nella sua vita, poco alla volta, fino a diventare prigioniero del male. In questo caso l’uomo è la vittima non la causa. E difatti, Gesù non combatte l’uomo ma colui che lo rende schiavo: “Taci! Esci da lui!” (1,25). Il profeta di Nazaret non cerca di convincere l’uomo e di fargli capire che sta sbagliando né tanto meno apre un confronto con il Male. Lotta contro il mandante occulto, contro colui che, restando ben nascosto, semina pensieri e opere di male. Il Vangelo offre un episodio emblematico: quante volte condanniamo l’uomo perché non siamo capaci di riconoscere e di scacciare chi opera il male? La parola di Gesù ha la forza di liberare l’uomo dal male e di restituirgli la sua dignità. Una strategia piuttosto chiara e ben diversa da quella lettura sociologica, oggi prevalente, che pone l’accento sulla bonifica ambientale. Il cristiano dovrebbe sapere che senza una bonifica interiore, l’uomo resta prigioniero del male. Solo una piena ed effettiva comunione con Cristo ci permette di combattere il male e salvare l’uomo. È un racconto che contraddice fortemente quell’ottimismo antropologico che ha preso dimora anche nella Chiesa. Tra l’uomo creato ad immagine di Dio, avvolto nella luce dell’innocenza e l’uomo redento e purificato dalla grazia, c’è l’uomo debole e deformato dal peccato, l’uomo prigioniero del male. Se Gesù non ci libera, il male continuare a fare danni, anche gravi. L’uomo non è capace di vincere il male con le sue forze. A dirla tutta, non è capace nemmeno di scorgere il male che s’intrufola nella sua vita. Anzi, si lascia avvincere e convincere dal male. Guarire il cuore dell’uomo è la prima forma di carità. Ed è la premessa per tutto il resto. Questa verità, così essenziale, non è più evidente. Siamo tutti propensi a guarire gli effetti del male, lasciando intatte le radici.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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