CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Siamo in attesa, chi se ne frega del divano”

15 Gennaio 2018

Guido e Emanuela

Scoprire di aspettare un bambino, una gioia da condividere con chi si ama e con il mondo intero. Oggi la lettera di una coppia di sposi novelli alla scoperta della loro prima gravidanza. Don Silvio: “Siamo in attesa è un’osservazione giusta a condizione di ricordare che il bambino è già arrivato. E voi avete già l’onore e l’onere di custodire la sua fragile vita”.

Cari Guido ed Emanuela,

“siamo in attesa”: la lieta notizia è arrivata in questo tempo in cui tutto il mondo cristiano attende la nascita del Redentore; o meglio, rivive nella fede quell’evento unico e irripetibile. L’espressione “siamo in attesa” è giusta a condizione di ricordare che il bambino è … già arrivato. E voi avete già l’onore e l’onere di custodire la sua fragile vita. In attesa di vedere il suo volto e di stringerlo tra le braccia. Ma questo bambino è già presente, potete già vederlo attraverso il monitor, tra poco si farà sentire in modo sempre evidente.

Non è nato per opera dello Spirito Santo, ho detto scherzando. Ma ho aggiunto che ora dovete con più fervore invocare lo Spirito perché vi conceda la grazia di essere buoni genitori. Questa mattina, durante la celebrazione del battesimo di due bambini, avrei voluto dire che a volte mi viene da piangere pensando ai piccoli che crescono in una famiglia in cui non c’è fede. Questi bambini sono derubati di un bene essenziale. Tra voi non sia così! Insieme al latte e a tutti gli altri beni, dategli anche la fede, fategli gustare la gioia che nasce dal vivere in compagnia di Dio.

È il primo figlio. La prima gravidanza. Vivete nella fede questo tempo di grazia. Con i prossimi figli – ve ne auguro tanti! – non sarà così perché dovrete preoccuparvi degli altri più piccoli. Questo figlio, invece, arriva quando la culla è ancora vuota, non avete altre pappe da preparare, altri bambini da far addormentare. Non interpellate solo il medico, date più spazio alla preghiera. Pregate e chiedete preghiere. Non possiamo dire che è un figlio è dono di Dio e poi non mettersi più spesso dinanzi a Dio. Non solo per chiedere la grazia di custodire questa creatura ma anche per domandare fin d’ora la forza di svolgere il ministero educativo.

In questo tempo potete meditare quelle pagine della Scrittura in cui si parla della vita e della generazione. Proprio pensando a voi, all’esperienza che state vivendo, vi mando una catechesi che racconta la maternità di Maria, proprio a partire dal tempo della sua gravidanza. La Parola di Dio dona la luce e vi aiuta a vivere questo evento con la consapevolezza della fede.

Vi invito a vivere quest’esperienza lasciandovi accompagnare dalla Vergine Maria. È bello contemplare la scena della Visitazione: Maria si reca da Elisabetta per condividere la gioia di quella gravidanza inaspettata e per manifestare la stessa fede in quel Dio che compie grandi cose. Quando Maria entra nella casa di Zaccaria, Elisabetta non si limita a salutare la giovane parente ma anche il figlio che porta in grembo; e si fa portavoce anche del suo bambino che, alle parole di Maria, esulta, danzando di gioia. L’evangelista mette in scena due madri e due bambini. Una pagina di straordinaria finezza che ci fa intravedere il mistero nascosto in ogni bambino che viene al mondo. Maria porta in grembo il Redentore, Elisabetta il Precursore. E voi non potete sapere quali progetti Dio ha sul vostro bambino.

 

Vivere con Maria il tempo dell’attesa vuol dire cantare insieme a lei il Magnificat, il canto della gioia che nasce dalla fede, il canto che proclama le grandi opere di Dio. Maria canta la sua fede nella fedeltà di Dio e vede come un filo rosso che accompagna tutta la storia d’Israele e giunge fino a lei: “Come aveva promesso”. Quel Bambino che porta in grembo appartiene a questa storia santa e porta a compimento la promessa di Dio. Pur con le dovute differenze, possiamo dire la stessa cosa di ogni bambino che viene al mondo. Cari e giovani amici, in queste parole c’è tutto l’affetto per voi. La mia amicizia si traduce nella preghiera. Un caro e affettuoso saluto.

In Cristo, il Figlio eterno nato nel tempo per la nostra salvezza.

don Silvio

 

 

Carissimo don,

soltanto ieri sera abbiamo letto la tua mail. Grazie per il pensiero che hai avuto per noi. In questo ultimo anno ci siamo sentiti davvero molto coccolati dalla Provvidenza di Dio. Non che siano mancate le difficoltà e le delusioni ma la ricompensa di gioia è andata ben oltre ogni aspettativa; abbiamo vissuto e superato gli ostacoli mettendoci tutto il nostro impegno ma anche grazie al buon Dio che ha dispiegato intorno a noi tanti angeli: la famiglia, i catechisti e i fratelli della nostra comunità di fede.

La notizia della gravidanza ci ha fatto sussultare… avremmo dovuto completare i lavori a casa, avremmo dovuto lasciare casa dei genitori che ci ospitano, comprare quantomeno un salotto per accogliere amici e parenti! Pazienza, ancora una volta ci viene chiesto di non fare troppi calcoli e lasciar operare Dio nella sua magnificenza.

La scorsa settimana, durante la prima visita dal ginecologo, io ero in apprensione nella speranza di scoprire che l’impianto fosse andato a buon fine (avendo avuto dei terribili dolori che subito fanno pensare a brutte eventualità). Poi il medico mi ha detto di trattenere il fiato, cioè di non respirare affatto e restare immobile… e così per pochi secondi abbiamo sentito anche il battito, benché non fossi ancora alla sesta settimana gestazionale. Parlano di un “grumo di cellule”, ma la nostra briciola di 0,23 cm – cioè 2mm e 3µm sic! – ha già un cuore che batte e noi abbiamo gli occhi lucidi a ripensarci e ogni qual volta raccontiamo di quel dolce suono. Hai ragione: “Siamo in attesa” ma la sua vita già c’è.

Chi se ne frega allora del divano, del living, della guardarobiera, dei lampadari. Saremo degli sprovveduti agli occhi del mondo, ma ci rende già felici sapere che siamo stati benedetti dal Signore che ha voluto consegnarci questa scintilla di vita.

Siamo ben lieti di accogliere le tue indicazioni, di affidarci ancora alla Vergine che possa accompagnarci in questo cammino e saremmo contenti di poter ricevere le tue catechesi.

Guido e Emanuela




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