19 gennaio 2018

19 Gennaio 2018

Non sono i più bravi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,13-19)
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli – , perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Il commento

Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni…” (3, 16-17). Tra i discepoli, che accorrono sempre più numerosi, Gesù sceglie alcuni ai quali affida una speciale missione. Non sono i più bravi, il loro curriculum presenta non poche lacune. Sono fragili come tutti gli altri ma… sono quelli che Gesù ha scelto: da Lui ricevono l’autorità per annunciare con forza la verità di Dio e il coraggio di amare senza misura. Per questo li chiama a stare con Lui, sul monte santo (3,13), è questa l’indispensabile premessa per vivere la vocazione. Non vanno solo per ricevere un mandato ma per restare presso di Lui [pròs autón]. È questo lo status di coloro che sono chiamati a diventare apostoli. Possono andare solo quelli che hanno il coraggio di… restare. Possono parlare solo quelli che imparano ad ascoltare. Il numero non è casuale, dodici erano le tribù d’Israele. Questo gruppo rappresenta dunque il nucleo originario della Chiesa. L’evangelista non si limita a chiamarli apostoli, un attributo che d’ora in poi rappresenta la loro nuova identità. Ricorda tutti i loro nomi, uno ad uno. Un elenco che ritroviamo anche negli altri vangeli segno che questa lista è stata gelosamente custodita dalla tradizione come una reliquia preziosa di una storia che continua lungo i secoli. La vocazione comune non annulla la singolarità, ciascuno di loro è solo un tassello di un mosaico e porta nella storia di Dio il suo specifico contributo. La bellezza del mosaico non è data dai singoli tasselli ma dall’immagine completa che emerge dal loro armonico intreccio.

Quando inizia a scrivere la storia della sua vita, Teresa di Lisieux apre il Vangelo e s’imbatte proprio in questa pagina di Vangelo che, a suoi occhi, diventa l’immagine della Chiesa come di un giardino in cui vi sono tanti fiori, alcuni sono più belli, altri meno, alcuni più visibili, altri più nascosti, ma tutti contribuiscono a rendere più bello il giardino. “La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere ciò che egli vuole che noi siamo”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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