23 gennaio 2018

23 Gennaio 2018

Una più intensa esperienza di amicizia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,31-35)
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Il commento

Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (3,34-35). Gesù non si limita a proclamare una nuova dottrina ma fin dall’inizio raccoglie attorno a sé un gruppo di uomini; stando al Vangelo di Luca, tra i discepoli che lo seguono stabilmente dobbiamo considerare anche alcune donne (Lc 8, 1). Diventare discepoli non significa soltanto scegliere Gesù come Maestro ma vivere con Lui, entrare nella sua amicizia. Chi accetta questa sfida viene chiamato ad accogliere anche gli altri discepoli come fratelli. Chi entra nell’amicizia del Signore non può che costruire una reale fraternità con tutti coloro che vivono la stessa esperienza. L’incontro con Dio determina un nuovo modo di vivere il legame con gli altri. Il cristianesimo si presenta così come un’esperienza nuova di comunione fraterna che assume i tratti di quei legami affettivi fondamentali che si realizzano all’interno della vita familiare. Non si tratta solo di una suggestiva immagine poetica ma di un compito esigente. Siamo chiamati a fare della Chiesa la famiglia di Dio. Tutto questo nasce da Dio e cresce nella misura in cui restiamo aggrappati alla sua Parola. Per questo Gesù precisa che diventano fratello, sorella e madre solo coloro che scelgono di camminare nelle vie di Dio. La comunione che Gesù propone non cammina nei binari della simpatia ma in quelli della volontà di Dio. Il verbo poiéō invita alla concretezza, non basta desiderare, occorre fare, cioè compiere con decisione quelle scelte che più e meglio manifestano il Vangelo che Gesù ha testimoniato. Chi accoglie questa proposta riceve la grazia di vivere una nuova e più intensa esperienza di amicizia, radicata in Gesù e totalmente protesa al perfetto compimento della volontà del Padre. Vi posso assicurare che un’amicizia così è davvero un dono inestimabile, appartiene a quel centuplo che Gesù ha promesso (Mc 10,30). Oggi preghiamo perché la Chiesa sia la casa di Dio, cioè il luogo dove tutti si aiutano nel cercare e fare ciò che piace a Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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